Turismo, subito veleni a Trieste sul calo di presenze negli alberghi (-20%)
I turisti a Trieste arrivano ma gli albergatori registrano il 20 per cento di presenze in meno. Edd è subito polemica. A guadagnare terreno sono i residence e gli alberghi oltreconfine. Buono l’afflusso di turisti invece nei ristoranti malgrado i clienti in tempo di crisi non siano proprio degli spendaccioni. Pizzerie, trattorie e agriturismi non possono lamentarsi.
Ma se da un lato i visitatori in città siano sempre di più, continuano a mancare alcuni servizi rivolti proprio a chi è alla ricerca di una camera, di qualche indirizzo, di informazioni. Sono spariti persino quei gazebo che fungevano da info-point e che la scorsa estate vedevano le code di turisti fuori dalla tensostruttura in attesa di informazioni. «Il calo di presenze negli alberghi è notevole, in due anni del 20% - osserva Cristina Lipanje, presidente provinciale di Federalberghi – dopo il boom del 2010 le camere libere nelle nostre strutture sono all’ordine del giorno».
Diversa la situazione dei residence che «non rispettando le regole imposte dalla legge regionale sul turismo – spiega Lipanje – ci portano via un fetta consistente di ospiti. Incide meno il lavoro dei bed & breakfast». Lipanje spiega che i residence, ovvero le case vacanze, «non potrebbero affittare una stanza per una notte ma a settimane», precisa. «Mentre qui a Trieste, malgrado le nostre lamentele al Comune – aggiunge – continuano a fare quello che vogliono». Gli albergatori del Borgo Teresiano puntano il dito soprattutto nei confronti del residence di via Filzi, Le Terrazze, di proprietà della Camera di Commercio ma dato in gestione. Quella struttura sta riscuotendo enorme successo «affittando anche i mini appartamenti per singole giornate – segnalano gli albergatori della zona – malgrado non abbia le caratteristiche, come ad esempio le uscite di sicurezza, che permettono quel tipo di attività». Forte la concorrenza della Slovenia che «a pochi chilometri da Trieste – riferisce Lipanje – offrono stanze a 30 euro a notte». Un aumento dei posti letto in città non serve, secondo la presidente di Federalberghi, mentre la città necessità di punti di informazione. «Serve dare più servizi, c’è una notevole carenza in tal senso, – osserva – peccato non aver riproposto i gazebo dello scorso anno. Dobbiamo lavorare in questa direzione creando una sinergia e magari realizzando dei corner informativi all’interno di ristoranti o negozi». «Noi ristoratori non abbiamo le forze sufficienti a fornire anche questo servizio – afferma Bruno Vesnaver, presidente Fipe – mentre andremmo sicuramente sfruttati per la messa a disposizione di materiale informativo. Va invece supportata l’attività dell’ l’Info point della Turismo Fvg di piazza dell’Orologio – spiega – i gazebo dello scorso anno avevano riscosso successo, registravano file interminabili di turisti in attesa di informazioni e questo doveva far capire al Comune che l’esigenza di una struttura simile c’era».
«Come Fipe, visto il successo dell’iniziativa – aggiunge - avevamo criticato il fatto tenessero chiuso la domenica e il giorno di Ferragosto». Dal primo maggio al 30 settembre l’info-point della Turismo Fvg chiude alle 19 mentre la domenica e i giorni festivi funziona solo fino alle 13. «La città sta puntando sul turismo quindi le risorse per dare più servizi non possono andare al risparmio – reputa Vesnaver – i gazebo andavano fatti».
E per il prossimo anno «è bene cominciare a studiare fin da ora la realizzazione dei gazebo attivando una sinergia tra Comune, Provincia, Fipe e Federalberghi. Non è possibile vedere i turisti che vagano la domenica pomeriggio o all’ora di cena senza un punto di riferimento al quale potersi affidare. Spesso siamo noi ristoratori a trovare loro una camera”. Vanno inoltre valorizzati certi luoghi come “il museo del Mare, - suggerisce il presidente - l’Orto Botanico o l’Orto Lapidario che quando vengono visitati conquistano i turisti”.
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