Turismo, Rovigno supera quota 1 milione e stacca anche Ragusa

La cittadina istriana raggiunge il 25% di soggiorni del 2019 In testa alle presenze i tedeschi davanti agli austriaci
Una veduta di Rovigno
Una veduta di Rovigno

POLA Con poco più di un mese di ritardo rispetto alle stagioni scorse, la città di Santa Eufemia ha fatto registrare il soggiorno numero 1 milione, un traguardo impensabile all’avvio della stagione turistica dopo il lockdown dovuto alla pandemia. Il dato corrisponde al 25% dell’ annata record del 2019. Sommando agosto e settembre, la stagione turistica non si prospetta così male.

Gli ospiti attuali a Rovigno sono 24 mila in gran parte stranieri. Numeri a parte la percezione è quella delle stagioni scorse: le piazze e le vie del centro sono intasate di villeggianti. A diffirenza dello scorso anno si nota qualche sedia vuota sulle terrazze dei ristoranti. Con il 33 % delle presenze i tedeschi sono i turisti più numerosi, seguiti da austriaci (13%), sloveni (9%), croati (9%), italiani (6%) e olandesi (5%). Il resto sono cechi, polacchi, slovacchi e serbi. La sistemazione preferita sono i campeggi con ben il 44% delle presenze complessive.

Il sindaco Marko Paliaga non nasconde una certa soddisfazione però non si lascia trascinare dall’euforia in quanto come dice, le incognite o meglio le brutte sorprese relative al coronavirus sono sempre in agguato. ’«Possiamo tenerle lontane - afferma Paliga - unicamente con un comportamento estremamente responsabile ossia rispettando le misure epidemiologiche».

Al momento Rovigno è sull’Olimpo del turismo croato, staccando nettamente il tradizionale avversario Ragusa (Dubrovnik) penalizzata dalla posizione geografica e dallo stop alle crociere. Ormai è chiaro che quest’estate il mezzo di trasporto privilegiato di chi si mette in viaggio è l’automobile che garantisce un miglior isolamento dalle masse. Quindi Rovigno e l’Istria in generale sono molto più vicini per i vacanzieri dell’Europa occidentale che sono i più numerosi. C’è inoltre un altro fattore che gioca a favore della penisola istriana: la situazione epidemiologica molto migliore che in Dalmazia e la fondata percezione che la protezione civile regionale abbia la situazione sotto controllo. –

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