Turismo, la Croazia punta alla vacanza “Covid free” nei marina

Ecco come i marina cercano di combattere la pandemia e di ripetere la performance dello scorso anno. La fiumana Aci ha investito 11 milioni di euro sulla qualità
L’Aci marina di Rovigno con alle spalle la città vecchia.. Foto Aci Marina croatia
L’Aci marina di Rovigno con alle spalle la città vecchia.. Foto Aci Marina croatia

FIUME Il momento è difficile, agli stessi livelli dell'anno scorso, ma è quasi scontato che il turismo nautico croato riuscirà a decollare anche nel 2021, confermando la sua vitalità che lo aveva portato a sopportare addirittura le conseguenze della guerra croato–serba di una trentina d'anni fa. Ne è convinto Sean Lisjak, presidente dell'Assomarina alla Camera d'Economia croata, traendo conforto dal dato principale registrato nel 2020, primo anno pandemico: «L’anno passato il settore del turismo nautico aveva rilevato l’arrivo in Croazia di 235 mila ospiti, mentre nella stagione dei record in serie, il 2019, i diportisti erano stati mezzo milione. È la conferma di un comparto coriaceo, duro a morire, che si affida alla qualità dei servizi e alle nostre bellezze ambientali. A questo si è aggiunto nel 2020 l’ottimo risultato conseguito nel campo della tutela epidemiologica».

La spettacolare location dell’Aci Marina a Piskera nell’arcipelago delle isole Incoronate. Foto Aci Marina croatia
La spettacolare location dell’Aci Marina a Piskera nell’arcipelago delle isole Incoronate. Foto Aci Marina croatia


Per Lisjak, tutti i porticcioli turistici istro-quarnerino–dalmati (parliamo di un giro d’affari da 1 miliardo e mezzo di euro l’anno) sono preparati fin d’ora a rispettare in modo rigoroso le misure antipandemiche. «Intanto voglio ricordare che nella scorsa stagione non era stato rilevato un solo contagio da Covid nel nostro settore nautico, risultato che ci aveva inorgoglito e che speriamo di ripetere pure nel 2021 – ha riferito Lisjak – i porticcioli turistici hanno ottenuto il marchio Safe stay in Croatia, il quale conferma il rigido rispetto delle norme epidemiologiche, con il nostro personale pronto ad adoperarsi al massimo per garantire la sicurezza dei diportisti». Nell’asserire che i primi arrivi dovrebbero verificarsi a maggio, probabilmente nella prima decade, Lisjak ha manifestato dubbi e incertezze legati all’attuale situazione, parecchio complicata in quanto ciascun Paese ha regole proprie concernenti i vaccini, i test antigienici, le regole da rispettare nell’espatrio e rimpatrio.

«È un quadro complesso, complicato e dunque in questo momento è arduo pianificare iniziative concrete. Bisognerà attendere ancora qualche settimana per vedere come si evolverà la situazione ma, come già detto, i porticcioli turistici in Croazia hanno avviato da tempo i preparativi per la stagione 2021. Il turismo nautico, lo sanno un po’ tutti, ti concede di stare all’aria aperta, a stretto contatto con il mare, su imbarcazioni non sovraffollate. Non ci sono concentrazioni di persone in spazi chiusi e questo è un vantaggio. Poi, altro vantaggio, la stragrande maggioranza della nostra clientela arriva in Croazia a bordo delle proprie automobili, da Paesi vicini, senza dover ricorrere ad aerei e treni». Lisjak ha tenuto a precisare inoltre che quotidianamente arrivano richieste dal comparto del charteraggio relative al rinvio del pagamento della tassa per l’ormeggio in quanto la pandemia ha di fatto cancellato questo generi di viaggi, con danni molto alti per agenzie, skipper e via enumerando.

A prescindere dalla crisi, la fiumana Aci – proprietaria di 22 marina in Istria, Dalmazia e Quarnero e con un totale di 5 mila e 800 posti barca – ha deciso di non lesinare in quanto a investimenti, pianificando spese per circa 11 milioni e 615 mila euro. Saranno interventi che andranno a migliorare ulteriormente la qualità dei servizi in quella che è la più grande catena di porti turistici in Croazia e nel Mediterraneo. Il 2020 è stato chiuso dall’Aci con un utile netto di 25 mila e 600 euro, mentre l’anno prima si erano toccati i 4 milioni e 225 mila euro. Per quest’anno, come rivelato da Kristijan Pavić, direttore generale dell’Aci, si attende un utile netto di 2 milioni di euro. Tornando al 2020, c’è da rilevare che gli armatori non si sono tirati indietro con i loro bestioni nel visitare le acque croate dell’Adriatico. Sono infatti giunti 124 megapanfili di lunghezza superiore ai 45 metri, uno in più rispetto al 2019. Tra questi il lussuosissimo super yacht Eclipse, una meraviglia di 165 metri di lunghezza, appartenente al miliardario russo Roman Abramovich. L’Eclipse era stato notato lo scorso agosto nelle acque antistanti Ragusa, la croata Dubrovnik. —

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