Turismo, la Croazia punta ai corridoi per fare arrivare austriaci e tedeschi

I contatti di Plenkovic con Kurz ma anche con altri governi mettono in allerta gli operatori turistici di Grado e Lignano
Una veduta di Rovigno
Una veduta di Rovigno

La parola d’ordine è: «Salvare il salvabile» della stagione turistica, di quell’industria dell’ospitalità che in Croazia fa il 20% del Pil. I dati della Banca mondiale non sono rassicuranti. Causa crollo degli introiti del turismo Zagabria perderà 5 punti di Prodotto interno lordo. Ma il governo di Andrej Plenković non molla. Nei giorni scorsi, anche approfittando del proprio ruolo di presidente di turno dell’Ue, il premier croato ha avuto colloqui diretti con gli omologhi di Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, ma soprattutto con il primo ministro sloveno Janez Janša. Sì, perché Zagabria punta molto sul mercato sloveno, vuoi per le case di villeggiatura che molti sloveni hanno in Istria, vuoi per il fatto che, dopo i tedeschi, sono i secondi per numero di fruitori delle spiagge croate. E così, se da un lato Janša vuole inviare l’Esercito con poteri di polizia al confine con la Croazia per contrastare un, per ora, fantomatico riaffollamento della rotta balcanica dei migranti, dall’altro discute con Plenković della creazione di corridoi che garantiscano l’afflusso di turisti sloveni verso il mare adriatico croato.


Ma quella dei corridoi è la strategia che la Croazia sta elaborando in queste ore dialogando e confrontandosi con il premier ceco Andrej Babiš, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e il premier ungherese Viktor Orbán, mentre il ministro croato del Turismo Gari Cappelli, su iniziativa dell’Unione delle agenzie turistiche della Cechia che gestiscono i charter tra Praga, Spalato e Dubrovnik, si è confrontato con il ministro per lo Sviluppo regionale Klara Dostalova. Il tema è sempre lo stesso: come garantire l’arrivo dei turisti da quei Paesi in Croazia, Paese che punta tra qualche mese a diventare coronavirus free, quindi oasi sicura dove poter trascorrere le vacanze. Gli operatori croati prevedono poi un crollo dei prezzi del 25%, soprattutto negli hotel di lusso mentre i lavoratori del settore denunciano la mancanza di dispositivi di sicurezza personale come le mascherine e la dotazione di strumenti e prodotti per disinfettare i vari locali.


La stampa austriaca ha riferito del dialogo fra Plenković e Kurz, annotando come il cancelliere austriaco abbia parlato di accesso coordinato e riapertura del settore turistico nei rispettivi Paesi, sia quanto ai controlli di confine sia quanto ai lavoratori stagionali, indicando al contempo i contatti con Germania e Repubblica Ceca. Inutile sottolineare poi il ruolo chiave che la Slovenia gioca nel transito dei turisti austriaci verso la Croazia: il tutto mentre la Germania finora sembra molto più prudente sulla possibilità di riaperture.
In ogni caso, lo scenario di “corridoi” soprattutto da Austria e Repubblica Ceca verso le spiagge croate - pur nell’ottica dichiarata di standard “europei” da individuare - non è sfuggito agli operatori turistici del Friuli Venezia Giulia, che temono di restare tagliati fuori.

«La Croazia si è resa disponibile ad accogliere austriaci e tedeschi a braccia aperte, e che io sappia c’è anche forte spinta da parte dei tour operator tedeschi per un “corridoio” in questo senso - riassume Enrico Guerin, presidente del mandamento di Confcommercio di Lignano Sabbiadoro, dove austriaci e tedeschi «pesano certamente sopra il 50%» in termini di presenze. Parte da qui l’appello alla Regione Fvg, «perché cerchi di farsi portatrice con Palazzo Chigi di quella che per noi è una necessità», dice Guerin: ovvero la possibilità di «mettere in circolo» anche il Fvg facendo sì che austriaci e tedeschi arrivino anche in una regione che - ricorda Guerin - «si è dimostrata molto capace nella gestione dell’emergenza». E dunque - interviene Thomas Soyer, presidente di Consorzio Grado Turismo - vanta in fatto di contagi cifre molto più basse di quelle «registrate purtroppo in altre regioni italiane». Ricordando come anche a Grado la presenza austriaca e tedesca rappresenti una fetta rilevante del business, Soyer auspica poi una «regionalizzazione» che porrebbe il Fvg nella parte alta della graduatoria. Insomma, auspicano gli operatori del Fvg, se corridoi saranno, siano anche in direzione Italia, non solo Slovenia e Croazia. —
 

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