Turismo e privacy: a Trieste la nuova moda degli affitti brevi
C’è un turismo diverso, quello che preferisce alle strutture alberghiere altre soluzioni come bed and breakfast, camere oppure alloggi in affitto anche per un breve periodo. Quest’ultimo aspetto, molto comune in Europa, sta prendendo piede anche a Trieste. E il mercato immobiliare cittadino si sta muovendo proprio verso questo “nuovo” modello. Non a caso: tutti i dati sul flusso turistico concordano che il “Prodotto Trieste” tira. E sarà ancora più appetibile, secondo le previsioni, alla fine di quest’anno dopo la passerella televisiva delle manifestazioni di grande richiamo. Il giro d’Italia in primis, ma anche il concerto di Pearl Jam (sono stati venduti già 14 mila biglietti), la tradizionale Barcolana e e i mondiali di pallavolo a settembre.
L’ultima indagine che pone Trieste al centro dell’interesse degli investitori è quella dell’Halldis, società italiana leader in Europa nelle locazioni temporanee e nella gestione di immobili per conto dei proprietari, che sta avviando l’attività in città. Puntando soprattutto proprio sul rilancio degli affitti brevi per turisti e operatori economici.
Certamente, rileva Halldis, a trascinare la domanda di Trieste, oltre alle bellezze storiche, al mare e al Carso sono altre attrattive e potenzialità. Non è un caso che la nave Costa Mediterranea faccia scalo fisso a Trieste dal 2015 e che Gabriele Salvatores abbia girato “Il ragazzo invisibile” portando in città finanziamenti e indotto. «Sul lato della domanda dei manager viaggiatori - sottolinea la società immobiliare -, si pensi alla presenza di Fincantieri, Illy Caffè, Wartsila, Assicurazioni Generali, Area Science Park, organizzazioni che hanno collaboratori e dipendenti sparsi in Italia e nel mondo che quando fanno visita alla casa madre triestina privilegiano per i loro soggiorni l’appartamento all’hotel».
A Trieste le case sfitte o da ristrutturare non mancano e neppure proprietari disposti ad affittare, un “tesoro” su cui il mercato immobiliare ha messo gli occhi da tempo. «Di affitto breve - dice Filippo Avanzini della Gabetti - abbiamo richieste anche noi. Di persone che si fermano a Trieste per un mese, o anche meno, per assistere parenti ricoverati o per uno stage, ma la risposta dei proprietari è sempre no. Minimo un anno. Il problema poi è anche di imposizioni fiscali e di prezzi. Un cambiamento che vedo, per ora, di difficile attuazione»
«Che Trieste sia diventato un prodotto turistico appetibile - afferma l’assessore alle Attività produttive, Edi Kraus - è fuori di dubbio. E che ci siano investitori che vedono nella nostra città un possibile business è altrettanto vero. Lo dicono i dati anche in nostro possesso. Da tre anni è sempre in aumento il flusso turistico, un trend positivo che continua, non un fatto episodico. Questo è un valore fondamentale per chi vuole investire in città. Tenendo conto che con le manifestazioni in programma quest’anno, il flusso è destinato ad aumentare. Pensiamo al Giro d’Italia e al ritorno economico, immediato e futuro, che può avere per la città. Poi l’altro aspetto della durata del soggiorno: anche noi abbiamo avuto questa sensazione e cioè che molti turisti, per motivi economici soprattutto, preferiscano i bed and breakfast o chiedano affitti brevi in appartamenti. Si tratta di persone che cercano maggiore flessibilità e privacy. Per un turismo di un certo valore funzionano molto bene gli alberghi».
«Certamente la crisi economica - aggiunge Kraus - ha frenato gli afflussi in tutta Italia; da noi invece è costante, non grandi percentuali ma aumenti costanti. E mi riferisco un po’a tutto, dalle scolaresche alla crocieristica».
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