«Turismo, convegni a picco Un altro anno perso»
Il settore dei congressi è in ginocchio. Lo scorso anno 6 importanti eventi sono andati persi, denuncia Promotrieste. Manca una sede abbastanza grande e soprattutto l’unica esistente, la Stazione marittima, risulta malamente contesa tra Promotrieste stessa e Trieste terminal passeggeri (a maggioranza privata, con la società Tami), uniti nella gestione. Ttp nega i danni, non il contenzioso, che è legale.
La più clamorosa fuga, secondo Guerrino Lanci, presidente del consorzio Promotrieste, ha un prestigioso nome, l’azienda Bosch, che aveva scelto Trieste per il suo congresso annuale con 1200 partecipanti per più giornate «ma siccome Ttp vende solo gli spazi e non organizza eventi, la Bosch è rimasta stupefatta ed è scappata altrove - racconta Lanci -, il problema è che non c’è un gestore unico, si fanno “vendite” incrociate di spazi, ma mentre noi lavoriamo per organizzare l’evento e creare l’indotto in città, Ttp è una società privata che ha come scopo il massimo lucro ed è solo interessata ad affittare le sale. E noi, per 100 giorni all’anno di disponibilità degli spazi, paghiamo 145 mila euro alla Ttp. Da notare - prosegue Lanci - che se un congresso importante scappa, va all’estero: tutta la regione perde introiti».
Cristiana Fiandra, presidente della sezione turismo in Confindustria, ricorda il convegno triestino che proprio un anno fa fece il punto su turismo & congressi, ma nei 365 giorni che son passati - dice - si è persa anche l’ultima speranza di una sala nuova da 1300 posti, perché la costruzione del Silos è rimandata. Per crisi, per carenza di investitori. «La città non può permettersi il lusso di rimanere fuori dalla “meeting industry” - prosegue Fiandra -, che a livello nazionale impiega 287 mila persone con un giro di affari di 15 miliardi di euro che sale a 22 se si considera l’indotto. Tutte le categorie chiedono: Stazione marittima, Magazzino vini, Silos o altro contenitore, purché vi sia una struttura con spazi adeguati. C’è bisogno di certezze immediate».
Tra i motivi di crisi entra in campo anche la convivenza alla Stazione marittima di navi da crociera e congressi: «L’arrivo delle navi - dice Fiandra -, peraltro rilevanti in termini di immagine, ne ha però condizionato la destinazione d’uso esclusiva rendendo difficile la programmazione di eventi a lungo medio-termine come richiesto dai “buyer” internazionali». Lanci: «Per una interpretazione restrittiva del Codice della navigazione, in presenza di una nave tutta l’area deve essere libera da altre attività. Ma i convegni si fanno al primo piano... Come dare certezza ai clienti, che progettano eventi con 2-3-anni di anticipo, senza rischio personale? In corsa per il “Global forum” del 2014 siamo rimasti solo noi e Ginevra. Ma non so come finirà».
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