Turbativa d'asta a Trieste, a processo il sindaco, il suo vice e il "dg" del Comune

Il sindaco Roberto Dipiazza, il vicesindaco Paris Lippi e il segretario generale del Comune di Trieste Santi Terranova a giudizio per turbativa dell’asta. L'inchiesta è quella sull'appalto delle mense scolastiche. Il processo si aprirà il 7 giugno. La Cassazione un anno fa aveva parzialmente annullato il precedente proscioglimento di tutti gli indagati
Paris Lippi e Roberto Dipiazza
Paris Lippi e Roberto Dipiazza
TRIESTE.
Il pm Giorgio Milillo al termine di cinque anni di battaglie legali è riuscito ieri a ottenere il rinvio a giudizio del sindaco Roberto Dipiazza, del vicesindaco Paris Lippi, del segretario generale del Comune Santi Terranova.


Dovranno rispondere in aula come imputati di aver turbato l’asta da 40 milioni di euro con cui il Comune voleva aggiudicare per cinque anni l’appalto per il servizio delle mense della scuola dell’obbligo. Il processo pubblico si aprirà il 7 giugno e assieme ai massimi vertici del Municipio siederanno sul banco degli imputati sia i manager delle ditte che puntavano a vincere la gara, sia alcuni dipendenti del Comune che gestivano il bando d’appalto.


La decisione di rinviare a giudizio il sindaco e gli altri indagati, è stata assunta ieri dal presidente aggiunto del gip Guido Patriarchi. Il magistrato nel suo provvedimento ha dovuto tener conto di quanto aveva deciso la Corte di Cassazione che accogliendo il ricorso del pm Giorgio Milillo, più di un anno fa aveva parzialmente annullato il proscioglimento di tutti gli indagati pronunciato dal presidente del gip Raffaele Morvay il 12 giugno 2007.


La decisione dei magistrati della Corte di Cassazione ha ”indicato”, nero su bianco, quale fosse il percorso da seguire senza andare al di là - nemmeno di un millimetro - dei poteri che una lettura formale del Codice assegna al giudice dell’udienza preliminare. Il batti e ribatti tra accusa, giudici del Tribunale, Cassazione e difensori, ha già ”consumato” gran parte del tempo concesso dalla legge per concludere la fase dibattimentale: ecco perché nasce morto il processo delle mense scolastiche.


Secondo il difensore del sindaco, l’avvocato Giorgio Borean «il primo cittadino ha agito nell’interesse della collettività per scardinare un sistema bloccato di appalti senza concorrenza che costava ai cittadini fior di soldi. Non c’è stata turbativa d’asta, al contrario sono stati riaperti dopo vent’anni di monopolio i bandi di concorso per le mese».

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