Tubercolosi a Trieste, i medici gettano acqua sul fuoco: "Nessuna urgenza di fare il test"
TRIESTE «Il bacillo della tubercolosi ha una progressione estremamente lenta, quindi non è urgente andare a fare il test»: lo spiega spiega Riccardo Tominz, Direttore della Struttura Complessa Igiene, sanità pubblica e prevenzione ambientale dell'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, in relazione al caso di Tbc contratto da una pediatra che poi ha continuato a lavorare avendo contatti con migliaia di bambini triestini.
«Il test Mantoux - aggiunge il pediatra Andrea De Manzini - - viene effettuato iniettando sotto cute una piccola quantità di antigene che permette di fare la diagnosi. Si tratta di un esame che viene fatto da decine di anni e che non ha mai avuto reazioni rispetto alla sostanza iniettata, un derivato proteico innocuo in quanto non si tratta di un germe. Dopo 78 ore si fa la lettura, che può dare esito positivo o negativo».
Se la persona risulta positiva - sottolineano i medici - significa che in qualsiasi momento della sua vita è venuta a contatto con la malattia, non che questa sia in corso. Inoltre occorrono 8-10 settimane dal momento del contatto perché il test diventi eventualmente positivo, pertanto chi ha avuto un ultimo contatto in un tempo recente può effettuare il test subito e ripeterlo dopo 8-10 settimane.
«Nei primi anni di età si è a maggior rischio di sviluppare un'infezione - ricorda Massimo Maschio, Responsabile Centro del Friuli Venezia Giulia per la diagnosi e la cura della Fibrosi Cistica - pertanto le linee guida suggeriscono di fare la profilassi a tutti i bambini sotto l'anno anche se il test è negativo».
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