Trump bocciato da medici e scienziati
TRIESTE. A giudicare dal tenore degli articoli pubblicati in questi giorni, la comunità medica e scientifica degli Stati Uniti ha pochi dubbi su chi votare alle prossime elezioni presidenziali. L’8 ottobre il prestigioso New England Journal of Medicine ha pubblicato un articolo dall’eloquente titolo “Morire in un vuoto di leadership” e dai toni insolitamente feroci su come il coronavirus è stato affrontato negli Usa. Firmato all’unanimità dagli editorialisti, cosa eccezionale per la prassi della rivista, l’articolo è senza mezzi termini: tutti i Paesi «sono stati forzati a fare delle scelte difficili su come rispondere. Negli Stati Uniti i nostri leader hanno fallito. Hanno affrontato una crisi e l’hanno trasformata in tragedia».
Come hanno fatto gli Stati Uniti a gestire questa pandemia così malamente? «Fallendo praticamente a ogni passaggio». Nonostante l’ampio preavviso sull’arrivo del coronavirus, non hanno saputo organizzare un programma di test efficaci, non hanno fornito dispositivi di protezione al personale sanitario e hanno trasmesso informazioni fallaci alla popolazione. Sempre secondo l’editoriale, anche quando il numero di test è aumentato in maniera significativa, il tasso di tamponi per persona infettata è risultato inferiore a quello del Kazakistan, dello Zimbabwe e dell’Etiopia.
Proprio l’8 ottobre ha fatto il paio con questo un altro articolo pubblicato su Nature dal corrispondente da New York. In una serie di interviste sul rapporto dell’amministrazione Trump con la scienza, anche stavolta una bocciatura senza mezzi termini: non solo i numeri su Covid-19 sono impietosi (più di 7 milioni di casi, 200 mila morti, un quinto del totale assoluto anche se gli Stati Uniti hanno solo il 4% della popolazione mondiale), ma tutto il rapporto di Trump con il mondo scientifico viene descritto come disastroso. L’amministrazione ha bloccato gli sforzi per limitare le emissioni di gas serra, indebolito le regole per controllare l’inquinamento, rinnegato l’accordo sul clima di Parigi del 2015, demonizzato le organizzazioni internazionali come l’Oms, ostacolato l’ingresso nel Paese di studenti e ricercatori stranieri. Per di più, il 29 settembre sette dei precedenti funzionari della Food and Drug Administration avevano denunciato sul Washington Post l’intervento del presidente sull’approvazione dei farmaci, compreso il vaccino contro il coronavirus.
La conclusione dell’editoriale del New England Journal of Medicine è senza mezzi termini: «I nostri leader hanno reclamato a voce alta l’immunità per loro azioni. Ma questa elezione ci dà il potere per fare giustizia». Vedremo cosa faranno ora gli elettori il 3 novembre. –
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