Truffe agli enti pubblici, Di Ilio patteggia

L’ex vice di Confcommercio concorda una pena di due anni e quattro mesi. La complice Ussai torna in udienza preliminare. Lenardon ha già pattuito un anno e otto mesi mentre Petelin sarà davanti al gup a ottobre
Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Chiuso il primo round processuale sul caso delle truffe agli enti pubblici, scoppiato un anno fa. Il sessantenne Mauro Di Ilio, ex vicepresidente di Confcommercio Trieste, ha patteggiato una pena di due anni, quattro mesi e venti giorni.

La trentaquattrenne goriziana Silvia Ussai, considerata una delle pedine di peso nelle frodi, tornerà invece in udienza preliminare.

L’indagine della Polizia locale e della Guardia di finanza, coordinata dal pubblico ministero Lucia Baldovin, aveva scoperchiato un vero e proprio business sui fondi erogati dai comuni di Trieste e Gorizia, dalla Regione e dalla Provincia autonoma di Bolzano. Finanziamenti per sostenere progetti imprenditoriali che poi non si erano concretizzati, del tutto o parzialmente. Progetti “fantasma”, insomma, creati ad arte con l’intento di incassare quattrini.

La somma che gli inquisiti avrebbero intascato, attraverso un giro di fatture false emesse da imprese estere fittizie e conti intestati a prestanome, ammonta a 800 mila euro. Gli indagati (14 in tutto) secondo l’accusa avevano messo le mani su una serie di bandi pubblici: contributi per ristrutturazioni di immobili in cui avviare attività o il lancio di start up e applicazioni telefoniche, ad esempio.

La Procura aveva contestato i reati di associazione per delinquere e truffa aggravata agli enti pubblici. Oltre a Di Ilio, erano finiti sotto inchiesta anche i triestini Riccardo Petelin, 34 anni, e Alberto Lenardon, 48 anni.

Di Ilio, come accertato dagli investigatori, dalla sua posizione di ex vicepresidente di Confcommercio e pure di ex presidente dell’Associazione commercianti al dettaglio del capoluogo, aveva un ruolo di rilievo nella partita.

Nel corso dell’udienza davanti al gup Cristina Arban, l’imprenditore (difeso dall’avvocato Salvatore Rizza) ha patteggiato la pena. Starebbe risarcendo il denaro guadagnato con le truffe.

Le posizioni di Ussai (difesa dall’avvocato Alfredo Antonini) e Petelin (avvocato Giovanni Borgna) saranno invece discusse in udienza il 19 ottobre. Anche Ussai, da quanto risulta, ha trovato un accordo con il Comune di Gorizia per restituire a rate i soldi. Lenardon (difeso dall’avvocato Ornella Stradaioli), dal canto suo, ha già patteggiato un anno e otto mesi (oltre a una multa di 600 euro).

Sul piano processuale, gli altri imputati (tra cui Roberto Di Ilio, fratello di Mauro, difeso dall’avvocato Monica Di Maria) hanno chiesto il rito abbreviato, in discussione sempre il 19 ottobre. Tra loro figura il macedone Victor Velkowski (avvocato William Crivellari), residente a Trieste, accusato di aver fatto da prestanome. Si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.

Gli enti vittime del meccanismo truffaldino – vale a dire i comuni di Trieste e Gorizia, la Regione e la Provincia di Bolzano – si sono costituiti parte civile. —




 

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