Truffatore seriale di preti, allarme in Curia a Trieste
TRIESTE Facile come rubare in chiesa? Non esattamente. Ma ci prova eccome, l’uomo che in questi giorni sta contattando le parrocchie della città per estorcere denaro ai preti. Ma carità cristiana non è sinonimo di stupidità. E nessuno, al momento, ci è cascato.
Sta creando un certo allarme tra il clero diocesano il truffatore seriale che in questi giorni telefona ai sacerdoti. Sono almeno tre i parroci a cui è già riuscito a rivolgersi il delinquente: don Andrea Destradi di Muggia Vecchia, don Paolo Iannaccone di Aquilinia e don Fabio Gollinucci di Ss Pietro e Paolo.
Il modus operandi è ormai rodato e pare si ripeta da un paio d’anni. «Pronto? Sono Federico marito di Antonella la parrucchiera...». Così si presenta il malintenzionato che, per non farsi scoprire, usa un numero di privato. La voce è giovanile, riferisce chi si è già imbattuto nell’impostore. L’uomo poi continua, con accento meridionale: «Chiedo scusa - afferma - ma ho assolutamente bisogno di contanti perché mia moglie è morta in un incidente e non ho i soldi per recuperare l’auto. Vi prego, datemi una mano...mi serve il vostro aiuto». Naturalmente tanto il sedicente “Federico” quanto la signora “Antonella” sono nomi del tutto inventati con il solo obiettivo di imbrogliare chi sta dietro alla cornetta. Non si è verificato alcun incidente e nessuno è in ospedale, tanto meno in punto di morte.
Ma l’inganno è bene architettato, visto che il truffatore propone addirittura il numero di una ricaricabile Postepay, per il versamento di «800 euro». Questa è la cifra che i sacerdoti si sentono implorare. «Mandatemi 800 euro...vi ringrazio di cuore». «Già, fa proprio così - conferma don Andrea Destradi, che proprio in questi giorni ha dovuto fronteggiare il personaggio - telefona in parrocchia e dice di essere il marito di tale Antonella, la parrucchiera...se gli dai corda incomincia a raccontarti della moglie che è rimasta vittima di un incidente. Dice che è ricoverata in ospedale ed è grave, se non addirittura morta». Ma la recita non si ferma qui: l’impostore, con il tentativo di impietosire i parroci, giura di essere solo con i figli a carico.
Una truffa a tutti gli effetti che si sta ripetendo visto che la stessa voce si è già fatta sentire un paio di anni fa e con la medesima richiesta d’aiuto. L’uomo ha chiamato l’ultima volta martedì scorso.
«Io e i miei confratelli ci siamo subito resi conto che è tutta una finzione - spiega ancora il parroco di Muggia Vecchia - e personalmente gli rispondo che non esiste nessuna Antonella nella mia zona. E lui infatti mette immediatamente giù il telefono. L’invito, tanto ai sacerdoti, quanto a chiunque si trovi di fronte a certi malintenzionati, è di non credere mai a chi domanda soldi, tanto più al telefono. Circostanze del genere - aggiunge ancora don Andrea - vanno segnalate alle forze dell’ordine. Non si può certamente far finta di niente». Il sacerdote si rivolgerà ai carabinieri per denunciare l’accaduto.
«Generalmente non abbiamo a che fare con truffe telefoniche - rileva sempre il parroco - capita piuttosto di trovarci di fronte a persone che si fingono povere. Davanti alle porte delle chiese o in sacrestia, si presenta gente di ogni tipo. Vediamo veramente di tutto e bisogna stare attenti».
Il tam tam, in questi giorni, si è rapidamente diffuso in chat, su WhatsApp, tra un gruppo di sacerdoti triestini.
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