Truffa dello specchietto costretti a pagare 300 euro
GORIZIA Dopo la truffa del falso avvocato, ecco servito il raggiro dello specchietto. Inedito (a Gorizia) e odioso. La strategia, fanno sapere le associazioni di tutela dei consumatori, è la più utilizzata in assoluto sulle strade per spillare euro agli automobilisti, inducendoli a pagare una somma per riparare a un presunto danno causato all’auto del truffatore.
Negli ultimi due giorni sono state tre le persone che si sono rivolte ai carabinieri per sporgere denuncia ma è evidente che gli automobilisti “gabbati” sono molti di più: qualcuno magari è anche inconsapevole di essere stato raggirato perché tale tipo di truffa è una novità assoluta nella nostra città.
Vediamo qual è il modus operandi di questa tipologia di “furbetti”. Si tratta, in realtà, di un trucco molto semplice: consiste nel far credere all’automobilista che la sua auto abbia involontariamente urtato il retrovisore della vettura (in sosta) di chi sta mettendo in atto la truffa. La vittime del raggiro sente il rumore di un colpo secco molto forte sulla propria carrozzeria, di solito sulla fiancata, (provocato in realtà da un pallone o qualcosa di simile lanciato dal truffatore o da un complice) dando l’illusione di un urto immediato.
Subito dopo, entra in scena un’auto che intima alla “vittima” di fermarsi. Il conducente, sostenendo che gli è stato rotto lo specchietto e indicando il suo retrovisore mezzo sfasciato e danneggiato preventivamente, convince lo sventurato ad un esborso di 100 o 200 euro senza coinvolgere assicurazione o vigili («Così regoliamo tutto senza ulteriori fastidi»). A questo punto, la vittima paga, convinta di aver arrecato realmente un danno.
Ed è così che si sono registrati almeno tre casi in città, sfociati in regolare denuncia. Due in via Alviano vicino alla sede dell’Università di Trieste, il terzo in viale XX Settembre.
A raccontare la disavventura una donna che stava tranquillamente percorrendo, l’altra mattina, via Alviano. «Stavo transitando con la mia vettura: ad un certo punto - racconta - ho sentito un forte rumore sulla fiancata. Mi sono fermata pensando che mi fosse caduta la spesa che custodivo nel portabagagli ma non era così». In quei frangenti, è stata avvicinata da un uomo, sulla quarantina, con accento meridionale. «Mi ha detto che avevo urtato lo specchietto della sua autovettura, un modello station wagon grigio. Ho controllato e, in effetti, il mio era piegato e sporco di bianco». Il quarantenne, seguendo il solito canovaccio, non ha voluto coinvolgere né le forze dell’ordine né le assicurazioni. «All’inizio, mi ha chiesto 360 euro. Poi 100. Gli ho dato due pezzi da 50 e mi sono allontanata. Ma non è finita così: mi ha richiamato dicendo che gli avevo consegnato una banconota da 10 e una da 50. Così, mi ha spillato altri 50 euro».
Dati salienti? «Nell’autovettura c’erano tre bambini piccoli e una donna. Lo scherzetto mi è costato 150 euro. Arrivata a casa ho visto che le tracce bianche sullo specchietto non era altro che... gesso». Ed è così che ha capito di essere rimasta vittima di un raggiro, assieme ad altre due persone per un totale di 300 euro. —
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