Truffa delle case di riposo: arrestati l'ex forzista Massimo Blasoni e altre sette persone

Operazione della Guardia di finanza di Udine: perquisizioni e sequestri nell’ambito di un procedimento in materia di spesa socio-sanitaria ai danni dei bilanci delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia. Oltre al fondatore della casa di riposo "Sereni orizzonti", in manette altre sette persone. Il Codacons si costituirà parte offesa

UDINE. Le Fiamme Gialle di Udine, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo otto arresti - tra i quali quello del noto imprenditore friulano Massimo Blasoni - perquisizioni e sequestri per un totale di dieci milioni di euro nell'ambito di un procedimento in materia di spesa socio-sanitaria, ai danni dei bilanci delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.

Al centro delle indagini una società attiva nel settore dell'assistenza per anziani, autosufficienti e no, e nella gestione di comunità terapeutiche - riabilitative per minori e adolescenti, con sedi operative in tutto il territorio nazionale. L'imprenditore Blasoni è fondatore e guida di Sereni Orizzonti, la società che negli anni è diventata la prima azienda italiana per crescita nel settore della costruzione e gestione di Residenze Sanitario Assistenziali per anziani in larga misura non più autosufficienti. Il gruppo opera in tutta Italia, in Germania e in Spagna. Gestisce 5.900 posti letto e occupa quasi 3 mila dipendenti (soprattutto donne) in 80 Rsa e 10 Comunità per minori ma punta ad arrivare a complessivi 10.000 posti letto entro il 2022. Nel 2019 il fatturato di Sereni Orizzonti (che aveva già segnato +147% nell'ultimo quadriennio) supererà per la prima volta quota 200 milioni di euro.

Secondo l'accusa, la società ha percepito illecitamente contributi pubblici per oltre 10 milioni di euro, presentando alle Aziende Sanitarie territorialmente competenti, rendicontazioni non veritiere in ordine agli standard quantitativi e qualitativi dei servizi assicurati nelle proprie strutture. Per le Fiamme Gialle, le strutture operative della società, «per massimizzare i profitti d'impresa, comprimevano al massimo il costo del personale di servizio impiegato ed erogavano prestazioni diverse per quantità̀ e qualità̀ rispetto agli standard normativamente e contrattualmente previsti, determinando una minore assistenza ad anziani e minori, anche a rischio di pregiudicarne il benessere e la salute».

A tale scopo, venivano rendicontate anche maggiori ore di assistenza socio-sanitaria, considerando tra queste prestazioni anche quelle effettuate da personale privo delle necessarie qualifiche e, di fatto, impiegate solo nei servizi di pulizia e di cucina. La documentazione attestante le presenze giornaliere degli operatori assistenziali e le ore di lavoro da loro realmente prestate era sistematicamente distrutta e/o occultata agli organi di vigilanza. Altre volte, prestazioni mai rese ai propri degenti erano falsamente rendicontate sulla base di fatture false emesse da professionisti compiacenti.

Le irregolarità, che abbracciano anche i rapporti di impiego delle unità di lavoro, costituiscono anche un raggiro degli ospiti privati che, a fronte delle rette di degenza pagate, hanno ottenuto prestazioni assistenziali inferiori. Il sistema di frode è emerso grazie ad una verifica fiscale condotta dalle Fiamme Gialle di Udine, con approccio multidisciplinare, nell'ambito della quale i finanzieri si erano accorti di alcune criticità̀ nella rendicontazione degli oneri alle Aziende Sanitarie nel comparto dell'assistenza agli ospiti delle residenze per anziani e delle comunità̀ per minori.

Il Gip del Tribunale di Udine, Mariarosa Persico, ha disposto 9 misure cautelari personali a carico dei responsabili della truffa aggravata: si tratta di 4 custodie cautelari in carcere - tra cui appunto Blasoni -, 4 arresti domiciliari e un obbligo di dimora. Il Procuratore della Repubblica di Udine, Antonio De Nicolo, e il Sostituto Paola De Franceschi, che hanno coordinato le indagini, hanno voluto salvaguardare, nella richiesta di adozione delle misure cautelari, la continuità̀ dei servizi di cura e assistenza degli ospiti e i rapporti di lavoro degli addetti alle strutture.

Il Codacons annincua che si costituirà parte offesa. Si tratta, spiega il Codacons in una nota, «di una vicenda che ha ripercussioni non solo sulle casse pubbliche, ma anche sulla salute dei cittadini. Se saranno infatti confermati gli illeciti contestati dalla magistratura, ci troveremmo di fronte ad un uso speculativo dei soldi pubblici percepiti a fronte di servizi di assistenza ad anziani e minori resi in modo ridotto e con un basso livello qualitativo, tale da pregiudicare il benessere dei pazienti». Non soltanto. «I contributi elargiti dalle Asl, in assenza di artifizi e raggiri, avrebbero potuto avere una destinazione più utile per la collettività». Pertanto, conclude la nota, «il Codacons chiederà ai responsabili degli illeciti il risarcimento dei danni prodotti al Servizio sanitario nazionale, in relazione ai fondi percepiti illegalmente e sottratti alla collettività, e ai pazienti, in virtù delle minori prestazioni offerte».

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