Trovato un ordigno bellico sotto la banchina del porto

Vicino l’accosto numero 6 ha costretto la Capitaneria a bloccare le movimentazioni. Spostato dagli incursori della Marina in cassa di colmata



Non finirà mai la bonifica bellica del porto di Monfalcone dove basta scavare superficialmente e riaffiorano ordigni bellici. Qualche giorno fa il ritrovamento dell’ennesimo residuato, nel cuore dello scalo, sotto la banchina dell’accosto numero 6, proprio nella zona operativa per i traffici.

È la conferma scientifica che Portorosega è letteralmente “costellato di residuati bellici” ed è anche la conferma del dato storico per il porto che è stato inserito nell’elenco speciale degli scali più a rischio di ritrovamento dei residuati frutto dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Una situazione che obbliga a rigorose e continue operazioni di bonifica bellica ogniqualvolta c’è da fare un dragaggio anche minimo. L’ordigno stavolta è stato ritrovato lo scorso lunedì durante i lavori di manutenzione che la Polese di Sacile sta effettuando da mesi ormai sotto le banchine del porto per eliminare i famosi “mammelloni di fango”. La draga stava depositando il fango sul motopontone, per essere riportato in mare più al largo e con grande sorpresa degli operatori è spuntato questo grosso proiettile, quasi certamente un ordigno bellico.

È partita immediatamente la chiamata alla Capitaneria che ha messo in sicurezza la zona, è stata costretta a bloccare tutte le movimentazioni che erano in corso in quel momento a Portorosega. E dopo l’allerta, come richiedono le procedure alla Prefettura, è stata emessa una specifica ordinanza e tutta l’area è stata messa in sicurezza. La Prefettura ha consultato il pool militare che si occupa delle bonifiche belliche e si è proceduto con una prima manovra. L’obiettivo oltre alla sicurezza era cercare di non bloccare l’attività portuale e la movimentazione delle navi troppo a lungo.

Per questo si sono precipitati sul posto gli incursori subacquei del Nucleo speciale della Marina Militare che la stessa giornata di lunedì hanno deciso, in accordo con la Prefettura, di prelevare l’ordigno che era sul pontone e di spostarlo in una zona che non interferisse con i traffici marittimi.

È stata scelta la vicina cassa di colmata dove l’ordigno è stato sistemato. Dunque ordinanza della Capitaneria di porto di Monfalcone che ha circoscritto una nuova zona di sicurezza, nella quale è interdetta la navigazione, un’area prospiciente la stessa Cassa di colmata. A questo punto sarà la stessa Prefettura, sempre seguendo lo stretto protocollo previsto per Monfalcone in caso di ritrovamento di ordigni bellici, a contattare gli artificieri del genio militare.

La squadra andrà in cassa di colmata per verificare l’ordigno (è stata già fatta una prima relazione, si attendono i risultati) e per decidese soprattutto se portar via l’ordigno o farlo brillare direttamente in zona. L’ultimo ritrovamento in porto risale a nemmeno un anno fa. Si trattava di una micidiale granata che aveva ancora il detonatore attivo. —





Riproduzione riservata © Il Piccolo