Trovato solo dopo 48 ore l’alpinista caduto dal Rilke

Risale a venerdì mattina la chiamata senza risposta al cellulare di Carlo Gasparini La tempistica della tragedia confermata anche dall’esame esterno del corpo
Silvano Trieste 13/11/2011 Caduta mortale alpinista su parete rocciosa nei pressi di Duino
Silvano Trieste 13/11/2011 Caduta mortale alpinista su parete rocciosa nei pressi di Duino

Per 48 ore il corpo è rimasto incastrato tra due alberi sotto il “Piastrone”, dopo un volo di 30 metri. Carlo Gasparini, 48 anni, l’alpinista goriziano precipitato dal sentiero Rilke, sarebbe dunque morto venerdì mattina. Lo ha stabilito il medico legale Fulvio Costantinides che ha effettuato, su incarico del pm Giorgio Milillo, l’ispezione esterna del cadavere rinvenuto domenica mattina vicino alla spiaggetta del castello di Duino.

Secondo i primi rilievi del coroner, la morte infatti potrebbe essere avvenuta proprio nella mattinata di venerdì. Ma c’è anche un altro elemento. La prova indiretta della tempistica della tragedia è rappresentata da una telefonata alla quale l’uomo non ha risposto. È giunta al suo cellulare proprio venerdì mattina. La chiamata, secondo la ricostruzione dei carbinieri, era stata ricevuta mentre Gasparini si trovava in parete e stava verificando forse una delle tante resinature che lui stesso aveva realizzato. Quella chiamata - di cui rimane una traccia nella memoria del cellulare - è stata la prima alla quale non ha risposto.

Il medico legale è risalito all’ora presunta della morte dopo aver esaminato il corpo, mantenuto integro dal fatto che la temperatura in quella zona è scesa durante la notte anche sotto i cinque gradi. Il corpo di Carlo Gasparini appariva quasi intatto nella sua divisa da rocciatore con il caschetto bianco, l’imbragatura, i moschettoni e le scarpette da arrampicata. Nei prossimi giorni il medico legale Fulvio Costantinides effettuerà l’autopsia, così come ha disposto il pm Giorgio Milillo. Dall’esito dell’esame si potrà capire se all’origine del tragico volo ci sia stato un malore sopraggiunto proprio mentre Gasparini si stava arrampicando “in libera” lungo una via che conosceva a menadito. Difficile pensare ad altre ipotesi. Perché l’uomo aveva alle spalle un’intensa attività alpinistica che lo aveva portato a conseguire il brevetto di guida alpina nel 1993. È stato socio fondatore della scuola di alpinismo e sci alpinismo della regione collaborando con l’amministrazione regionale anche nella prevenzione del rischio valanghe e nella redazione dei bollettini meteo.

I primi a raggiungere il corpo dell’alpinista l’altro ieri sono stati i pompieri della squadra specializzata in soccorsi speleologici, alpinistici e fluviali. Ma a dare l’allarme attorno a mezzogiorno, e dunque a 48 ore dalla caduta, sono stati altri due rocciatori che avevano visto il corpo di Gasparini incastrato tra due alberi sotto il “Piastrone” a circa cento metri dalla spiaggetta del castello.

In pochi minuti si è attivata una macchina ben rodata: pompieri, rocciatori e sommozzatori, uomini della Capitaneria di porto e volontari del Soccorso alpino. Il corpo della guida alpina è stato fatto scendere fino alla sottostante spiaggia, poi è stato inserito in un sacco salma e quindi sistemato in un gommone che ha puntato la prua verso il porticciolo di Sistiana. Qui erano già arrivati medico legale e carabinieri, che poi hanno trasmesso il primo rapporto al pm. Ora si sta cercando di capire come un simile incidente possa essere accaduto. Ma anche perché per 48 ore nessuno si sia accorto di quel corpo.

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