Trovato morto all’interno di un camper
GORIZIA Aveva scelto di vivere così. All’interno di un camper parcheggiato nel cortile della sua proprietà. La casa, fatiscente e in condizioni precarie, non veniva praticamente utilizzata o, a quanto pare, soltanto saltuariamente. Franco Comel, 72 anni, viene descritto come una persona «solitaria, molto riservata, sulle sue». Viveva nella solitudine. Ed è morto da solo.
L’allarme è scattato l’altro pomeriggio quando un conoscente - fanno sapere i vigili urbani di Gorizia - ha dato l’allarme perché non riusciva ad ottenere risposta, non riusciva a contattarlo. Una pattuglia della Polizia locale non ha sottovalutato la richiesta di aiuto ed è accorsa prontamente in via Scuola Agraria: di fronte all’assenza di risposte da parte dell’inquilino, ha chiesto l’intervento dei vigili del fuoco.
I pompieri hanno aperto così il portone della proprietà che si trova poco lontano da via Toscolano e si sono immediatamente diretti al camper, parcheggiato davanti a una vecchia Ford Ka di colore verde. Il mezzo risultava essere chiuso dall’interno. Dopo aver bussato più e più volte senza ottenere risposta alcuna, hanno aperto la porta, forzandola. Ed è stato in quei frangenti che è stata fatta la macabra scoperta. Comel era disteso a terra e non dava segni di vita. «Era deceduto da parecchi giorni», spiega il comandante della Polizia locale, Marco Muzzatti. Perché tutti coloro che sono intervenuti in loco hanno potuto percepire nitidamente un forte odore. Non viene quantificata con precisione la data del decesso. I vigili urbani si limitano a parlare di «parecchi giorni». Evidentemente, prima dell’allarme del conoscente e del successivo intervento in forze della Polizia locale e dei vigili del fuoco, nessuno si era accorto della sua prolungata assenza. Del resto, era un solitario.
Le cause della morte? Naturali, la dinamica è assolutamente lineare. «Senza alcun dubbio», puntualizza il comandante Muzzatti. Durante l’intervento, infatti, è stato appurato che non c’era stato alcun tentativo di effrazione. Il camper era regolarmente chiuso dall’interno, tutte le cose erano al loro posto e non c’è stato l’intervento di altre persone. Peraltro, pare che Comel avesse qualche problema medico e sanitario e non godesse di ottima salute. Pertanto, non sarebbe nemmeno riuscito a chiedere aiuto e lanciare l’allarme. Evidentemente, il malore non gli ha dato scampo.
Quella di vivere all’interno di un camper, dicevamo, era una scelta di vita del settantaduenne. Che non era noto ai servizi sociali, come confermano i vigili urbani di Gorizia. Ma si tratta dell’ennesima tragedia della solitudine in città. —
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