Trovato morto abbracciato al suo cane
SAN CANZIAN D’ISONZO. L’hanno rinvenuto privo di vita, nella sua abitazione. Accanto a lui, in una sorta di “abbraccio” c’era il suo cagnolino. Uniti nel buio del “non ritorno”. Una scena pietosa e tenera, con quella bestiola rimasta accanto al suo padrone fino all’ultimo respiro. Sembra un racconto d’altri tempi, eppure così vero e sempre vivo. Tocca il cuore quanto la fedeltà e la genuina riconoscenza degli animali sanno insegnare e far riflettere. Una dolcezza profonda sullo sfondo di un triste e drammatico evento.
Umberto Dose, conosciuto come “Berto”, di 77 anni, se n’è andato nel silenzio dentro le mura di casa. Una casetta indipendente, in via Oberdan, in località Begliano, a San Canzian d’Isonzo, trascurata dal tempo e avvolta nella vegetazione “ribelle”, quasi a segnare il confine di una vita consumata in solitaria autonomia. Un lungo silenzio è calato su quell’abitazione. La morte del 77enne sarebbe stata fatta risalire ad almeno dieci giorni prima rispetto alla scoperta del corpo. Privo di vita “Berto” e morto anche il suo “Fido” che lui chiamava Lilo.
Il rinvenimento è avvenuto venerdì sera, quando sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno provveduto a forzare la porta d’ingresso dell’abitazione. L’uomo è stato trovato a terra in una delle due stanze dove viveva ritirato. Presumibilmente è caduto in seguito al malore letale che deve averlo colto all’improvviso. Il decesso, come è stato confermato dalle forze dell’ordine, i carabinieri giunti sul posto per eseguire le opportune verifiche, è stata ricondotta a cause naturali.
A dare l’allarme è stato un vicino di casa, confinante proprio con l’abitazione del settantasettenne. Perché prima di pensare al peggio, anche nel rispetto della discrezione e del riserbo nei confronti di un uomo peraltro di carattere solitario e schivo, ipotesi e interrogativi si sono susseguiti e via, via moltiplicati. E se in un primo momento l’assenza dell’uomo aveva insospettito i residenti della zona, considerata la metodica e semplice vita quotidiana condotta dall’anziano, fatta di consolidate abitudini, quel lungo silenzio, unitamente a quei segni di abbandono diventati insoliti agli occhi dei vicini, come l’orto rimasto incolto, aveva suscitato una certa preoccupazione. Alimentata dal passare del tempo. Quando il vicino confinante s’è accorto di anomale esalazioni, ha deciso di chiamare i soccorsi.
Sospetti, preoccupazioni in crescendo, fino a diventare inquietudine circa il destino dell’uomo. Sentimenti che si sono purtroppo rivelati fondati.
Quando i vigili del fuoco di Monfalcone sono entrati nella casetta, davanti ai loro occhi s’è materializzata quella scena tanto tenera quanto commovente. L’uomo senza vita sul pavimento e stretto a sè il suo cagnolino. Era come se la bestiola si fosse lasciata andare seguendo l’«istinto» della fedeltà al suo padrone. Lo hanno ipotizzato in molti, anche tra i vicini, considerando che il cagnolino non avrebbe neppure tentato di richiamare in qualche modo l’attenzione. Nessuno avrebbe colto guaiti, quel piccolo cane non avrebbe neanche tentato di abbaiare. Forse perché aveva capito: il suo padrone non c’era più e la bestiola è andata con lui. Così s’è colto tra i vicini, di fronte alla casetta che rimandava silenzio e totale abbandono. Troppo silenzio, troppo abbandono.
Una residente ha raccontato: «Berto era da un po’ di giorni che non si vedeva. Era un uomo solitario, schivo, di carattere chiuso. Era attorniato dai cani, ne aveva avuti anche cinque in una volta. Erano la sua compagnia». La mattina, è stato raccontato, andava in bicicletta a fare la spesa. Curava il suo orto. Insomma, un uomo autonomo.
Poi di lui più nulla. I giorni passavano e gli interrogativi si sono moltiplicati. «Ci dicevamo: “è tanto che non si vede”», ha continuato la residente. La triste risposta è giunta quando i vigili del fuoco sono entrati in quella casetta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo