Trovato morto a 38 anni sui binari Arrestato un amico triestino



Alessio Ventre si poteva salvare. C’è un momento in cui il corso del suo destino ha preso una strada senza ritorno, è quando la comunità “Il Cedro” di Caldogno (Vicenza) ha deciso non solo di espellerlo ma di cacciarlo senza informare la famiglia. In quel preciso momento il trentottenne di Monselice ha deciso di tornare nel suo paese con un altro ospite della comunità espulso allo stesso modo. Meno di 24 ore dopo Ventre giace morto sui binari della stazione di Monselice, mentre l’amico, triestino di 47 anni, viene arrestato a Trieste per violazione degli obblighi di detenzione.

Questo è il contesto in cui è maturata la tragedia di Monselice, con il ritrovamento del corpo senza vita dell’uomo che aveva deciso di disintossicarsi dalla droga. Ora inevitabilmente la figura del triestino 47enne finisce nel mirino degli investigatori della polizia ferroviaria di Padova: nella migliore delle ipotesi rischia l’omissione di soccorso, ma c’è il dubbio che possa avere anche qualche altra responsabilità in questa morte ancora avvolta nel mistero.

Il cadavere di Ventre viene trovato venerdì alle 6.20 lungo i binari, poco lontano dalla stazione di Monselice. Un macchinista lo vede e dà l’allarme. Arrivano la polizia ferroviaria e la Scientifica. Il corpo presenta ferite alla fronte, al volto, sul collo, su una gamba, ma nessuna sembra compatibile con la morte. L’autopsia sarà eseguita in settimana dal medico legale Antonello Cirnelli.

Nel frattempo si indaga sull’ultimo giorno di vita di Ventre. Giovedì mattina telefona a casa e comunica alla madre di essere stato cacciato dalla comunità in cui stava seguendo un programma di disintossicazione dallo scorso mese di luglio. Riattacca in fretta e raggiunge Monselice insieme all’amico triestino, anch’egli allontanato dalla comunità lo stesso giorno. Trascorrono la giornata insieme. I genitori lo contattano al telefono varie volte, l’ultima alle 19: «Torno tra poco». Ma a casa non ci arriva mai.

Verso le 20 il triestino chiama i carabinieri di Monselice per denunciare la scomparsa di Ventre. «È sceso lungo i binari a fare pipì ed è sparito», dirà al 112. Alessio Ventre non risponderà più al telefono e, il mattino successivo, lo ritroveranno cadavere lungo la ferrovia.

Il dubbio degli investigatori è che il triestino l’abbia abbandonato proprio nel momento in cui accusava il malore mortale. Un altro dubbio che dovrà essere chiarito è se i due abbiano assunto droga. E se l’autopsia dirà che è stata una dose mortale a stroncare la vita di Ventre, bisognerà scoprire chi è stato a procurargliela. Venerdì sera la Squadra mobile di Trieste ha arrestato il 47enne triestino per la violazione della misura che lo obbligava a rimanere nella comunità o comunque distante dalla città di Trieste. È stato rintracciato nella sua abitazione e ora si trova in carcere, in attesa di sapere quali eventuali responsabilità abbia nella morte del trentottenne monselicense.

Andranno chiarite anche eventuali responsabilità da parte della comunità di Caldogno, che non ha ritenuto di avvisare subito la famiglia di Ventre, magari chiedendo di venirlo a prendere dopo l’espulsione invece di buttarlo in strada in balìa di tutto ciò da cui stava tentando di fuggire. —



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