Trova la tomba del bisnonno morto in guerra e visita i luoghi della grande battaglia
L’impresa del nipote trevigiano che si è trasformato in detective pur di riallacciare il filo della memoria
GRADISCA Non solo è riuscito a ritrovare il luogo di sepoltura del suo bisnonno, che per la famiglia era semplicemente disperso. Ma ha anche voluto onorarne la memoria visitando all’alba i luoghi del Carso isontino in cui il suo avo ha perso la vita. Quella stessa alba che oltre un secolo fa non riuscirono a vedere oltre 6mila soldati italiani uccisi con il gas nel corso della Prima guerra mondiale.
È la storia di Cristiano Sacilotto, trentenne di Motta di Livenza, che per qualche anno si è “travestito” da detective per riallacciare il filo rosso della memoria che lo unisce al bisnonno Giuseppe, Capitano Maggiore del 30° regimento Fanteria, nato a Motta di Livenza nel 1885 e morto il 29 giugno 1916 nel Bosco Cappuccio dopo il terribile attacco con i gas utilizzati dall’esercito Austroungarico. «Per la nostra famiglia il bisnonno era un milite ignoto – racconta Cristiano – ma io, che avevo sempre ascoltato con commozione e stupore i racconti dei miei genitori, non volevo rassegnarmi all’idea che rimanesse tale. Ho voluto almeno provare a cercarlo».
Le ricerche iniziano nel 2010. Al Sacrario di Redipuglia non risultava la presenza di alcun Sacilotto. Ma da uno degli Archivi di Stato in cui Cristiano ha svolto le proprie indagini, quello di Treviso, appare il foglio matricolare del maggiore Sacilotto. «Ho così scritto al Ministero della Difesa – Onorcaduti e mi hanno comnicato che nel Sacrario di Redipuglia c’e’una tomba, la numero 33006, registrata a nome Saliciotto». Un errore di trascrizione, dunque. Perché sia il reggimento che il grado del soldato corrispondevano perfettamente. «Mi sono recato subito a Redipuglia e ho vissuto una forte emozione: avevo ritrovato il bisnonno che non era più un milite ignoto – cosi’ancora Cristiano Sacilotto –. Ho richiesto il cambio del nome, ottenendolo nel 2012». Ma il desiderio di onorare la memoria del bisnonno non si è esaurita qui. Il 30enne prosegue nelle ricerche e attraverso uno studioso è riuscito nel 2015 a ricostruire tutta la storia militare del bisnonno e a visitare i luoghi dove la sua esistenza si è tragicamente conclusa. L’esperienza più toccante, quella all’alba del 29 giugno, quando si è alzato alle 4 del mattino per raggiungere a piedi il Bosco Cappuccio.
«Volevo essere li’per le 5. 30, esattamente l’ora in cui sono stati lanciati i gas. L’emozione è stata incredibile, travolgente. Da allora ho deciso di fare ritorno ogni anno nelle vostre zone per partecipare alle celebrazioni a Redipuglia, far visita alla tomba del bisnonno e ritornare sul Cappuccio. Le vostre sono zone bellissime. Avrei solo il desiderio che venisse maggiormente valorizzata quell’area del fronte” . La storia di Cristiano, segnalataci dal titolare del B&B “Eggnebberg” di Gradisca ed appassionato di storia locale Furio Gaudiano, è anche la cartina tornasole che in città esiste anche il turismo della memoria.
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