Trote in fuga dalle gabbie maxi-pesca in Dalmazia

SEGNA. L’eccezionale ondata di maltempo che due mesi fa ha flagellato l’Alto Adriatico ha causato gravi danni agli impianti di maricoltura a Lukovo Sugarje, piccola località situata nel Canale del Velebit, circa 150 chilometri a Sudest di Fiume.
Dalle gabbie galleggianti, posizionate a pochi metri dalla costa, sono fuggite tonnellate di trote californiane, che si sono sparse nel Canale per la gran gioia dei pescatori locali. La fuga si è avuta dopo che un paio di gabbie, sballottate dal fortissimo vento di bora e dal mare molto mosso, si sono letteralmente aperte, permettendo ai suoi “inquilini” di guadagnare il mare aperto.
Un paio di settimane dopo, cessate le cattive condizioni meteomarine, i pescatori di Carlopago (Karlobag) e dintorni hanno cominciato ad avere bottini importanti, prendendo con le reti esemplari di trota pesanti fino a 3 chili. Si è capito subito che si trattava dei pesci allevati dall’azienda Jadran Riba di Carlopago, i cui responsabili hanno stimato in circa 25 tonnellate quanto riversatosi nelle acque ai piedi delle Alpi Bebie, il nome italiano del massiccio montuoso del Velebit. Gli impianti di acquacoltura di Lukovo Sugarje sono i terzi al mondo, dopo quelli in Cile e in Norvegia, per lo sviluppo di trote californiane in mare. Le condizioni nel canale velebitano sono persino qualitativamente migliori perché l’acqua ha una temperatura media durante l’anno di 14 gradi (in Cile e Norvegia le temperature sono molto più basse e i risultati produttivi inferiori rispetto a Lukovo Sugarje) e c’è il giusto grado di salinità. Inoltre dalla sovrastante regione della Lika arrivano abbondanti quantitativi di acqua dolce che si riversano in mare attraverso canali sotterranei e proprio nelle vicinanze delle gabbie. I primi passi dell’attività hanno riguardato l’arrivo di uova fecondate dalla Scandinavia, con gli avannotti fatti nascere a Srb (Lika), in vasche collocate nel fiume Una.
Un anno fa gli avannotti, del peso di un etto, sono stati trasportati a Lukovo Sugarje e qui hanno raggiunto peso e dimensione che altrove, in natura, richiederebbero 5–6 anni. Ricordiamo che le rigide temperature marine di febbraio, unitamente a bora e moto ondoso, avevano fatto spiaggiare grandi quantità di pesci e molluschi sull’Isola di Pago e nel Canale di Novegradi (Novigrad), alle spalle di Zara.
Durante quelle giornate particolari bastava fare una passeggiata lungo certe spiagge per raccogliere soprattutto pagelli, saraghi, calamari, seppie, gronghi e branzini.
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