Troppi bagnanti, il lago di Bled soffoca
di Mauro Manzin
TRIESTE
Contro il caldo torrido di questi giorni cosa c’è di meglio di un bel bagno rigenerante nelle fresche acque di un lago alpino? E se poi per raggiungerlo c’è anche un’autostrada ancora meglio. È quanto hanno pensato in queste ore migliaia di sloveni che stanno affollando le rive del lago di Bled. E se ristoratori e albergatori si fregano le mani, c’è infatti il tutto esaurito, chi le mani se le mette nei capelli invece è Špela Rekar Remec responsabile dell’agenzia che controlla la qualità delle acque del lago. Come ha riferito al quotidiano lubianese Delo la situazione non è certo rosea. La vera e propria invasione di turisti e, quindi, di bagnanti, sta mettendo a rischio il delicato ecosistema dello specchio d’acqua alpino.
La ressa di migliaia di bagnanti nel lago, spiega, con le loro creme solari che impattano nell’acqua, oltre ai litri di urina emessa, e il sommovimento delle alghe sul fondale provoca gravi danni. Senza dimenticare i pescatori che gettano in acqua numerose quantità di cibo per richiamare i pesci (pastura). E, ciliegina sulla torta, pochi giorni fa, nel corso di una manifestazione tra lo sportivo e lo show sul lago hanno impazzato gli scooter d’acqua che hanno lasciato larghe chiazze di gasolio sulla superficie lacustre. Sembra invece rientrato il pericolo delle telline zebrate (notevoli quantità sono state asportate dai fondali dall’azione dei subacquei), molluschi importati nel lago, che con le loro valve rappresentano delle vere e proprie lame taglienti che possono ferire i bagnanti. Inoltre la loro massiccia presenza può portare a una maggiore limpidezza delle acque (sono dei potenti filtri) che permette ai raggi solari di andare in profondità con grave danno per la flora dei fondali che garantisce il cibo necessario alle specie ittiche che popolano il lago. Insomma un equilibrio molto delicato che va preservato se non si vuole uccidere il lago.
Il regolamento comunale prevede solamente cinque punti sulle sponde del lago dove è concessa la balneazione, ossia, lo stabilimento balneare sotto la rocca del castello, Mala Zaka, Velika Zaka, Vila Bled e hotel Toplice. Ma le guardie municipali non hanno strumenti per sanzionare chi si bagna nel lago al di fuori dalle aree consentite. Possono sanzionare chi calpesta le aiuole con 150 euro di multa ma chi si stende sulle rive dello specchio d’acqua non è “punibile”. Senza dimenticare che complessivamente le guardie municipali che operano nell’area del lago di Bled e di Bohinj sono in tutto cinque. E devono occuparsi anche di regolare la viabilità, controllare che non ci siano campeggiatori abusivi e vegliare anche sull’ordine pubblico.
Ma non è a rischio solo la qualità delle acque del lago. Qualcosa sta succedendo anche nella tipologia del turista che visita e si ferma a Bled. La conferma giunge da una lettera inviata al sindaco Janez Fajfar dal direttore esecutivo dei Sava hotel Bled, Fedja Pobegajlo il quale nel confermare il tutto esaurito in questi giorni e compiacendosi ovviamente di ciò denuncia però le numerose lamentele che piovono nelle reception dei vari alberghi a causa dei rumori molesti, leggi urla, grida, musica a tutto volume, che disturba il sonno e il riposo degli ospiti. Pobegajlo si chiede senza mezzi termini: ma quale turismo vogliamo per Bled? Da noi la clientela tradizionele, spiega, è di classe medio alta, alla ricerca di refirgerio, pace, wellness e tranquillità. Non credo, precisa, che il futuro turistico di Bled possa essere quello del turismo di massa o, meno che meno, quello degli ubriaconi o della rave music.
Insomma Bled sta vivendo in queste ore un amletico dubbio: guadagnare, guadagnare, guadagnare a scapito di un turismo di lusso e raffinato, insomma di alta classe oppure trasformarsi in una sorta di St.Moritz della Slovenia? Servono investimenti, ma soprattutto cultura ambientale e cultura dell’accoglienza. E qui c’è ancora molto, ma molto da lavorare.
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