Troppe meduse nel golfo di Trieste, l’allarme dei pescatori: «Attività compromessa»

TRIESTE«Andiamo per mare da 50 anni, non abbiamo mai visto una cosa del genere. Si tratta di una vera e propria invasione che non ci permette di lavorare». Non usano mezzi termini i pescatori della provincia di Trieste, costretti negli ultimi giorni a fare i conti con un’insolita escalation di meduse nel golfo. Si tratta delle “Rhizostoma pulmo”, enormi meduse biancche con il bordo blu, conosciute a queste latitudini con il soprannome poco aulico di “botti marine”. Le foto dei giorni scorsi, con il mare coperto di esemplari davanti alle Rive cittadine, hanno fatto il giro del mondo, ma al di là dell’aspetto meramente spettacolare tale inconsueta densità sta creando grandi danni a chi, con l’habitat marino, ci vive e deve arrivare alla fine del mese.

«Il problema è che entrano nelle reti e con il peso finiscono per strapparle», sottolinea un allarmato Fabio Vascon, pescatore muggesano: «Essendo questa la stagione delle seppie, usciamo in mare con reti dal filato molto fine, che ben presto si rovinano. A causa delle meduse, inoltre, il pesce non si avvicina a riva e la stagione finora è compromessa. È difficilissimo lavorare con questi esemplari che riempiono il mare. Ce ne sono lungo tutta la costa, fino a Duino. Fra poco inizia la “saccaleva” e, non dovessero andarsene, le “cocce” dei pescherecci si riempiranno solo di botti marine».
Sul fatto che si tratti di un episodio più unico che raro Vascon non ha dubbi. «Faccio il pescatore da 50 anni e, sinceramente, non mi ricordo di una quantità del genere», spiega: «Certo, in passato è capitato di avere dei periodi in cui ce ne fossero di più, ma non mi è mai successo di passare con la barca sopra tappeti di meduse e di farle a pezzi con le eliche. Ce ne saranno 50 ogni metro quadrato». Come conseguenza di questa situazione i prezzi della “materia prima”, il pescato, sono lievitati considerevolmente. «Di seppie non ce ne sono quasi», sottolinea Vascon: «Ieri ne ho pescati cinque chili, l’anno scorso in questo periodo ne pescavo una trentina».
«È vero», conferma Andrea Bozic della pescheria “Al Golfo di Trieste”: «Di seppie ne abbiamo pochissime e, di conseguenza, le dobbiamo vendere a un prezzo più elevato per la stagione. Ma il problema delle meduse ha finito con l’influire anche sugli altri pesci». Un mese fa lo stesso problema si era verificato sulle coste istriane, tanto che molti pescatori avevano approfittato per fermarsi e fare lavori a secco sui loro pescherecci. «Ma febbraio e marzo sono mesi notoriamente poco pescosi», spiega Bozic: «Ora invece in piena primavera si dovrebbe trovare più pescato, ma a causa delle meduse, di pesci se ne vedono pochi».
Così i prezzi aumentano. «Fortunatamente questa strana situazione si è venuta a creare nella settimana successiva a quella di Pasqua notoriamente caratterizzata da meno lavoro dopo la grande abbuffata - ricorda Furio Lorber, titolare della pescheria “Big Fish” di strada del Friuli - ma il problema resta. Senz’altro l’invasione delle meduse non ha aiutato i pescatori nel loro lavoro. Di conseguenza, essendoci poco pescato, i prezzi sono aumentati».
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