«Trivellazioni in Adriatico, chiarezza sul referendum»
«Ci sarà un referendum sulle trivellazioni in Adriatico, oppure no?». Gli ecologisti croati provano a mettere il premier Milanovi„ con le spalle al muro. Il fronte "Sos za Jadran" ("Sos per l'Adriatico"), formato da otto Ong per l'ambiente, gli ha inviato una lettera aperta. La domanda, semplice e diretta, è: chi comanda lì da voi, lei o il ministro Vrdoljak?
Quasi un mese fa, il 4 marzo, il capo del governo ha sorpreso tutti dicendosi favorevole a una consultazione popolare sull'avventura petrolifera. Gli ecologisti hanno accolto la notizia con giubilo, ma il ministro dell'Economia e dell'Energia Ivan Vrdoljak ha gelato tutti qualche giorno più tardi assicurando che l'ipotesi referendum è da escludere.
Ieri il suo portavoce ha confermato al Piccolo che la linea rimane la stessa: «Il governo croato completerà il progetto di sfruttamento del gas e del petrolio seguendo i più alti standard economici e ambientali», ha affermato Tomislav Cerovec. Niente referendum dunque? «Il ministro sta continuando a lavorare sul dossier come previsto», ha tagliato corto il portavoce.
Ma la battaglia di Vrdoljak è lungi dall'essere vinta. Prima ancora che Milanovic avanzasse l'ipotesi di un referendum sul petrolio in Adriatico, alcuni Stati frontalieri avevano già messo i bastoni tra le ruote alla Croazia. Italia, Slovenia e Montenegro hanno chiesto di prender parte alla procedura di Valutazione di impatto ambientale, obbligando così Zagabria a rimandare la firma dei contratti con le cinque imprese concessionarie, inizialmente prevista per il 2 aprile prossimo. «Ci aspettiamo di ricevere le osservazioni dei nostri vicini entro il 5 maggio - prevede Cerovec - per cui i contratti saranno sottoscritti in giugno».
Se al ministero permane la convinzione che la corsa all'oro nero inizierà, anche se un po' in ritardo, per i Verdi l'obiettivo ora è annullare tutto. Nella sede di Zelena Akcija (Azione verde) - una delle principali formazioni ambientaliste croate - si prepara già un sondaggio su scala nazionale per verificare l'opinione della popolazione sulla questione; i risultati dovrebbero essere pubblicati tra un paio di settimane. «Se si fosse andati alle urne tre mesi fa avrebbe vinto il "sì", ma ora il vento sta cambiando», sorride Toni Vidan, responsabile del programma energetico all'Ong.
Negli ultimi giorni, gli ecologisti hanno in effetti incassato diversi successi. Durante le elezioni amministrative dell'8 marzo, il movimento Zivi Zid ha presentato i suoi candidati locali cavalcando proprio l'opposizione al petrolio. E il 9 marzo, il presidente della contea di Sebenico, Goran Pauk, ha escluso categoricamente che si possa trivellare davanti alle isole Incoronate, un'area che il governo centrale ha pertanto suddiviso tra i blocchi 8, 10 e 11.
Il fronte "Sos za Jadran" si allarga dunque. E domani gli ecologisti si riuniranno sulla spiaggia di Bacvice, a Spalato, per continuare la battaglia.
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