Trivellazioni, il governo croato si difende
TRIESTE. Le opposizioni in Croazia si sono fatte portavoce di tutti i timori espressi dalla società civile, soprattutto città costiere, pescatori e operatori del turismo, relativamente alle trivellazioni del fondo marino dell’Adriatico per la ricerca di giacimenti petroliferi e di gas il cui iter è già stato avviato dal governo Milanovi„. Così al Sabor (Parlamento croato) sono state presentate due mozioni, una del partito Orah dell’ex ministro dll’Ambiente, Mirela Holy con la firma di 41 deputati e una del gruppo dell’Hdz (Centrodestra).
Pur presentate da due gruppi diversi le mozioni sono praticamente speculari. In entrambe si fa notare la scarsa trasparenza nella scelta delle società concessionarie per le trivellazioni, mal preparato anche lo studio strategico in cui non si tiene conto soprattutto delle ricadute sull’ambiente in caso di grandi incidenti collegati alla perforazione, all’estrazione e al trasporto di gas o petrolio enon si tiene in alcun conto una politica dei prezzi e dello sfruttamento delle risorse che si potranno ricavare dai giacimenti a favore dei cittadini croati e delle industrie del Paese.
Il governo ha risposto in 12 pagine dattiloscritte nelle quali conferma che tutto si è svolto in conformità alle leggi e ai regolamenti vigenti puntualizzando come lo sfruttamento dei giacimenti costituirà un grande impulso anche all’economia della Croazia. Rimandate al mittente anche le accuse relative alla scarsa attenzione all’impatto ambientale delle trivellazioni. Il governo, in questo caso, si è detto di aver svolto tutto con la massima attenzione anche perché la stessa Costituzione della Croazia impone di porre la massima cura nella tutela dell’ambiente per assicurare ai cittadini un habitat sano. Per quel che riguarda invece il rischio di incidenti l’esecutivo sostiene che bisogna opra attendere che le società concessionarie identifichino con precisione i siti dove sarà svolta l’attività estrattiva e solo allora saranno predisposti i piani ad hoc.
Senza di essi, assicura il governo Milanovi„, l’attività estrattiva non potrà proseguire. Insomma c’è la malcelata volontà di far ricadere sulle società concessionarie il costo degli studi relativi ai possibili incidenti legati all’estrazione e al trasporto di greggio e gas.
Zagabria ha già preparato la Valutazione di impatto ambientale che è stata inviata anche a Slovenia, Italia e Montenegro che ora possono far valere le proprie posizioni in merito. In Slovenia Greenpeace ha già raccolto 11mila firme contro l’attività estrattiva mentre in Italia ferma opposizione è stata fatta valere dalla Regione Marche.
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