Triplicati i malati di gioco d’azzardo

Emergenza dipendenze in Friuli Venezia Giulia: 10mila persone in cura. Drogati in aumento. Solo gli alcolisti in lieve calo
Di Marco Ballico

UDINE. Gioco d’azzardo, diffusione di sostanze stupefacenti e fumo tra i giovanissimi, patologie alcolcorrelate sono «emergenze reali» in Friuli Venezia Giulia. In carico ai servizi regionali si sono contate quasi 10mila persone nel 2013. Per questo, «risulta incomprensibile il fatto che la bozza di riforma sanitaria non preveda la conferma dei cinque dipartimenti aziendali delle dipendenze».

La denuncia, con la premessa di numeri definiti «allarmanti», è di Francesco Piani, responsabile di settore in Ass4. L’anno scorso i servizi per le dipendenze Fvg hanno dato risposta a 4.036 casi di tossicodipendenza, 4.355 di alcolismo, 1.077 di tabagismo, 335 di gioco d’azzardo patologico: un totale di 9.803 cittadini coinvolti. Divisi tra le diverse aziende sanitarie: nella Ass1 Triestina ci sono stati 2.842 interventi, nella Ass2 Isontina 1.196.

Il fenomeno maggiormente in crescita – è emerso nel Palazzo della Regione di Udine durante un convegno curato dall’Osservatorio delle dipendenze Fvg – è quello del gioco d’azzardo: la frequenza è triplicata rispetto al 2011. Nel dettaglio, dei 335 trattamenti nel corso del 2013, si contano 160 nuovi utenti, con una percentuale superiore al 70% per il genere maschile e un’incidenza più alta nelle fasce d’età tra i 40 e i 59 anni.

I servizi regionali per il tabagismo, sempre nel 2013, hanno invece avuto in carico 1.077 utenti (il 39% “nuovi”), quasi equamente distribuiti stravolta tra maschi e femmine: 51% contro 49%, mentre torna la prevalenza dell’uomo nelle dipendenze da alcol (77-23%), con circa il 40% di “nuovi”. Quanto infine alla tossicodipendenza (80% di popolazione maschile), gli ingressi al SerT nel 2013 sono stati il 17% dei 4.036 utenti in cura. Non mancano le statistiche dell’indagine, cui ha aderito anche l’Osservatorio Fvg (e 38 istituti scolastici in regione), sulla popolazione 15–19 anni, promossa dal Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri. Relativamente al consumo di sostanze psicotrope si rileva che circa il 26% del campione di studenti dice di aver consumato almeno una sostanza illegale e il 24,6% specifica che si tratta di cannabis (marijuana o hashish). Nel dettaglio il 21,4% riferisce di averla utilizzata una o più volte negli ultimi 12 mesi e più della meta di questi una o più volte negli ultimi 30 giorni rispetto al questionario.

Le motivazioni? In primis la «curiosità», a seguire «ricerca dello sballo» e «aumento del divertimento». L’età? Quasi la metà racconta che la prima assunzione è avvenuta a 16 anni, ma uno su quattro, di anni, ne aveva tra i 12 e i 14. L’indagine illustra inoltre che il 50% degli studenti Fvg intervistati ha fumato sigarette una o più volte negli ultimi 12 mesi e circa il 37% di questi dichiara di averlo fatto una o più volte negli ultimi 30 giorni. Il picco per le donne è a 14 anni. Passando all’alcol più dell’80% del campione lo ha consumato una o più volte negli ultimi 12 mesi e circa il 62% una o più volte negli ultimi 30 giorni, con un’incidenza crescente in relazione all’età per entrambi i generi. Episodi di ubriacatura? Ne dichiara più nel 38% nell’ultimo anno. E ancora, il consumo di più sostanze in più di due occasioni negli ultimi 30 giorni è presente nel quasi 18% del campione, con una maggiore associazione tra alcol e tabacco.

«Eccezion fatta per l’alcolismo, che ha numeri in leggera diminuzione ma che determina comunque 400 morti all’anno in regione a causa di svariate patologie – spiega Piani –, le dipendenze sono in drammatico aumento». Di qui un appello alla giunta «a non banalizzare la questione». La riforma, prosegue il responsabile del dipartimento dipendenze della Ass4, «confermerà, perché obbligata per legge, i dipartimenti salute mentale e pure quelli della prevenzione, ma bene farebbe a mantenere pure i nostri, un sistema che ha dimostrato di funzionare. Sarebbe immorale che li si sacrificasse sull’altare di un presunto risparmio, quasi che chi se l’è cercata, qualcuno usa queste parole, non meritasse di essere curato».

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