Triestino picchiato mentre porta il cane a passeggio: pene alternative agli aggressori
Una banale discussione scaturita dopo che i rispettivi animali si erano azzuffati. I triestini Argenti e Gherbez avevano malmenato per strada un ventisettenne rompendogli il naso
Una testata, pugni in faccia e altre manate. Era la sera del 10 aprile del 2023 quando un ventisettenne triestino era stato aggredito da una coppia mentre si trovava a passeggio con il cane lungo le aiuole situate davanti al cimitero di Sant’Anna. Il motivo? Un diverbio scaturito dal fatto che i cani dei rispettivi proprietari si erano azzuffati. Tanto era bastato per innescare il pestaggio.
Imputati messi alla prova
La vicenda, dopo le indagini del pm Federico Frezza, attualmente procuratore facente funzioni, ora è diventata materia processuale e potrebbe risolversi con i lavori socialmente utili per i due aggressori, chiamati a rispondere di concorso in lesioni aggravate: il cinquantenne Denis Argenti e la quarantenne Alessia Gherbez, entrambi triestini. Nel corso dell’udienza predibattimentale celebrata mercoledi mattina, il giudice Francesco Antoni ha disposto la definizione del procedimento giudiziario con la “messa alla prova” dei due imputati, difesi dall’avvocato Antonio Cattarini, rinviando al prossimo 2 luglio l’udienza per l’approvazione del programma riabilitativo. Che, in base alle previsioni, dovrebbe comprendere anche il risarcimento al ventisettenne. Con molta probabilità i due aggressori saranno quindi inseriti in un percorso di volontariato (in genere in un ente) per un periodo stabilito dal giudice. Se il programma viene rispettato, il reato sarà successivamente estinto.
La vicenda
Erano quasi le dieci di sera di quel 10 aprile quando il ventisettenne stava portando il cane tra via dell’Istria e il giardino davanti al cimitero, come era solito fare ogni giorno a quell’ora. A pochi metri di distanza c’erano un uomo una donna – Denis Argenti e Alessia Gherbez, appunto – che discutevano animatamente con accanto un cane di media taglia, in quel momento non tenuto al guinzaglio. Mentre il ventisettenne si stava accingendo ad attraversare la strada, il cane della coppia si era alzato di scatto correndo in direzione del cagnolino del giovane e azzannandolo al collo, senza che i proprietari se ne fossero accorti. I due animali si erano messi a lottare. Argenti e Gherbez, dopo essersi resi conto di ciò che stava accadendo, avevano calmato il loro animale. «Abbiamo verificato le condizioni dei rispettivi cani a una distanza di circa dieci metri – così si legge nella denuncia sporta dal ventisettenne alla Polizia il giorno dopo l’episodio – poi l’uomo (il cinquantenne Argenti, ndr) si è diretto verso di me scusandosi con un tono non preoccupato, minimizzando l’accaduto. Mi sono sentito schernito e ho detto a questa persona che le scuse servivano a ben poco. Avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione al suo animale considerando che la legge impone che sia tenuto sotto controllo e al guinzaglio. L’uomo, visibilmente infastidito, si è avvicinato a mezzo metro da me dicendomi “ciò ma cossa te vol... mi son vignù a chiederte scusa, ma come xe...”».
La testata e le minacce
I due si erano fissati per un attimo negli occhi e pochi istanti dopo Argenti aveva sferrato una testata al naso del ventisettenne. Il giovane aveva fatto un passo indietro cercando di mettere a fuoco la situazione e chiedendo spiegazioni. Ma il cinquantenne, stando alla denuncia, aveva continuato a minacciare la vittima e a insultarla con frasi del tipo “te mazo...” e l’aveva colpita nuovamente con una manata. A quel punto era intervenuta anche la donna che fino a qualche minuto prima si trovava in compagnia di Argenti: la quarantenne Alessia Gherbez. «Si è avvicinata alle mie spalle urlando e mi ha colpito con due schiaffi alla testa – aveva raccontato il ragazzo – poi venivo colpito da un altro pugno sferrato dall’uomo».
Il ventisettenne era riuscito ad allontanarsi e a chiamare il 112. «Ho seguito gli aggressori fino all’arrivo della Polizia che ha provveduto alla loro identificazione». Le percosse avevano arrecato al giovane, assistito nel processo dall’avvocato Alberto Polacco, una frattura al naso e un trauma cranico con una prognosi di 25 giorni.
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