Triestino di 31 anni fulminato da un arresto cardiaco
Un malore fatale giunto dopo la notte di Capodanno forse dettato da un arresto cardiaco. Questa la probabile causa che ha portato alla morte in casa del 31enne triestino Giovanni Colombin, nipote del fondatore dell'omonimo sugherificio di via Cosulich. Colombin è deceduto nel suo letto all'interno dell'appartamento che condivideva assieme alla madre a Porto San Rocco. A scoprire il corpo senza vita è stata la madre stessa, la quale, dopo aver trascorso assieme al figlio il Capodanno, una volta entrata nella camera di Giovanni la mattina del primo gennaio, accortasi che il figlio non dava segni di vita, ha chiesto l'intervento del Servizio 118.
Una volta arrivati sul posto i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri. Nessun segno di azione violenta è stato riscontrato all'interno della stanza dove è spirato il 31enne: nessun dubbio dunque sul fatto che la morte sia da addebitare a cause naturali. Nato a Trieste l'11 aprile 1983 Giovanni da anni soffriva di un male che aveva cercato con tutte le forze di curare, rivolgendosi a diversi specialisti del settore, anche all'estero.
Colombin era un volto molto conosciuto sia a Muggia che a Trieste. Diplomato all’Istituto Fermi, frequentatore della palestra California di Porto San Rocco, grande tifoso della Triestina e della Pallacanestro Trieste, negli anni aveva maturato una vera e propria passione per lo sport, macinando diversi chilometri pur di seguire le squadre giuliane in giro per l'Italia.
«Giovanni era una persona solare, sempre col sorriso, di una genuinità incredibile, motivo per cui si faceva subito ben volere da tutti» racconta l'amico Andrea Mariotti. Tanti infine i saluti lasciati sulla bacheca del social network Facebook del giovane Colombin, uno su tutti: «Ti ricorderò sempre per il tuo modo di fare allegro e sorridente. Resterai sempre nei nostri cuori. Ciao Giovanin…. brilla da lassù».
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