Triestino di 24 anni muore in un albergo in Thailandia
Matteo Babici è deceduto in circostanze poco chiare: sarà necessaria un'autopsia per definire con precisione la causa della morte

Morto davanti agli occhi di un amico in una stanza di albergo in Thailandia, dove si era trasferito per trascorrere alcuni mesi spensierati e all’avventura. Matteo Babici, triestino di ventiquattro anni, è deceduto giovedì 27 marzo. Sembra in seguito a un malore improvviso. Ma le circostanze di questo malore non sono chiare. Per fare luce sulle cause sarà disposta l’autopsia.
Il caso è già all’attenzione del ministero degli Esteri e dell’Ambasciata italiana.
La notizia del dramma è stata confermata proprio da fonti della Farnesina e da fonti della Questura di Trieste. Il padre del ragazzo si è recato in Thailandia ed è assistito dall’Ambasciata.
Occorre riavvolgere il nastro di qualche mese per inquadrare la vicenda. È dicembre quando Matteo Babici, da quanto risulta residente a Opicina e commesso in un piccolo negozio di alimentari di Basovizza, decide di fare i bagagli e di prendere il biglietto dell’aereo. In mente ha un obiettivo: conoscere la cultura thailandese e provare nuove esperienze.

Lascia il lavoro nella bottega e parte. Sceglie Chiang Mai, una delle città più grandi. A Basovizza le voci su questo giovane così deciso a lanciarsi in un viaggio così lungo e lontano, si rincorrono presto. «Matteo era proprio un ragazzo dolce e buono», racconta la signora Dina, pensionata e cliente del negozio di alimentari dove lavorava il ventiquattrenne. «Lo incontravo spesso e mi aveva detto che voleva partire. E io gli avevo risposto “ma cosa te va a zercar là zo?”. Lui mi aveva sorriso. Ora sapere che è morto... mi tremano le gambe».
In tutti questi mesi, riferiscono i famigliari, il ventiquattrenne si è integrato con la comunità locale thailandese, ha trovato vari amici e cose da fare. «Sapevamo che stava bene, che quel posto gli piaceva», spiega il nonno Ernesto Makovic.
Il triestino Babici si sposta, gira. Viaggia. E giovedì, il giorno della tragedia, non è a Chiang Mai: è a Bangkok, a settecento chilometri di distanza. Non è solo, ma con un amico: è lui ad accorgersi che Matteo si sente male. I due sono nella camera dell’albergo, in una zona centrale della capitale. L’amico chiama i soccorsi. Ma niente, nessuno riesce a salvare Matteo.
Venerdì, quando la notizia della tragedia aveva iniziato a diffondersi a Trieste e soprattutto a Basovizza, dove il giovane faceva il commesso, in un primo momento sembrava che Babici fosse rimasto coinvolto nel terremoto in Thailandia. Invece ci sarebbe di mezzo un malore, così pare. Che però non ha spiegazioni. Non ancora, almeno. «Sappiamo molto poco dell’accaduto – dice il nonno – ma sì, era effettivamente in un albergo con un amico...».
Servirà l’autopsia, dunque, come comunica la Farnesina. Le autorità italiane, che confermano la presenza del ventiquattrenne in Thailandia per ragioni turistiche, hanno preso in mano il caso da ieri mattina.
«L’ambasciata d’Italia a Bangkok, in stretto raccordo con la Farnesina, sta fornendo la massima attenzione alla famiglia del connazionale deceduto a Bangkok», precisa il ministero degli Esteri. «Si è ancora in attesa di autopsia per definire con precisione la causa».
La situazione del Paese, colpito dal violento terremoto di queste ore, potrebbe complicare le procedure. —
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