Triestini in fuga dall’altare: riti calati del 28% in 10 anni
TRIESTE Abiti bianchi, fiori e bomboniere? Ai triestini piacciono sempre meno. Negli ultimi dieci anni infatti i matrimoni sono diminuiti drasticamente. A crollare, in particolare, sono le cerimonie religiose (reggono invece i riti civili). E altro dettaglio da non trascurare, chi sceglie di sposarsi lo fa in età sempre più avanzata.
La fotografia arriva dai dati forniti dall’anagrafe del Comune. Nel 2005 sono convolate a nozze 758 coppie, con una parabola in costante discesa, fino alle 549 del 2015. I matrimoni con rito civile sono passati nel decennio da 492 a 420; dimezzate le cerimonie in chiesa, da 266 a 129. Curiosità, il primo picco negativo si registra in particolare nel 2010 e nel 2011, con 581 matrimoni, quasi cento in meno rispetto agli anni precedenti. Italiani, stranieri e coppie miste non fanno molta differenza, il calo è generalizzato. Nel 2005 sono stati 588 gli italiani a scambiarsi gli anelli, 42 gli stranieri, 128 le coppie miste, passati nel 2015 rispettivamente a 432, 32 e 85.
Sorprende poi che l’età degli sposi si sia notevolmente alzata. Nel 2005 le spose avevano in media 33,4 anni a fronte dei 37,2 degli sposi; nel 2015 invece la media è passata a 37,4 per le donne e 41,7 per gli uomini. L’età complessiva della coppia, sia prime o seconde nozze, passa dai 35,3 del 2005 ai 39,6 del 2015.
A influire sul rinvio della data fatidica diversi fattori, in primis la ricerca di una stabilità economica, che arriva spesso dopo aver concluso gli studi e aver trovato un’occupazione soddisfacente. Tante coppie nel frattempo convivono prima del grande passo o hanno già figli e l’esigenza di sugellare il rapporto davanti ad amici e parenti non diventa prioritaria come un tempo. A questo si aggiunge la spesa generale legata all’evento, che in tempi di crisi influisce non poco sui budget delle famiglie, oltre a un generale cambiamento delle abitudini. L’età media più elevata invece, che si registra negli ultimi tempi, va letta considerando anche chi non è al primo matrimonio e sceglie spesso di celebrare la nuova unione più tardi.
Ripercorrendo i numeri dell’ultimo decennio a Trieste, l’andamento è stato altalenante fino al 2012, poi in costante discesa. Nel 2012 si sono festeggiati in città 617 sposalizi, nel 2013 erano 602, nel 2014 calati a 575 e lo scorso anno 549. La tendenza non è solo locale, ma nazionale. L’ultimo rapporto dell’Istat sui matrimoni, che risale a due anni fa, rilevava come nel 2014 erano stati celebrati 189.765, circa 4.300 in meno rispetto all'anno precedente, con una flessione media di oltre 10mila matrimoni annui nel quinquennio 2009-2013. Nel complesso, dal 2008 al 2014 le nozze sono diminuite di circa 57mila unità in Italia, resistono soprattutto al sud, dove il settore non mostra segnali di crisi. La diminuzione dei primi matrimoni secondo l'Istat va ricercata nei mutamenti sociali, che portano a posticipare i tempi di costituzione della famiglia. In particolare viene evidenziata la diffusione delle unioni libere che, in alcuni casi rappresentano una fase di preludio al matrimonio, in molti altri sono semplicemente una stabilità considerata un punto di arrivo.
A fronte del calo dei matrimonio, si registra invece una crescita del business che ruota attorno all’evento, tra wedding planner, abiti principeschi, location da sogno, servizi fotografici e video, e torte da fiaba. A non subire il fascino delle mode, invece, è la scelta del mese in cui pronunciare il fatidico sì: maggio, giugno e settembre restano i più gettonati. Scorrendo i numeri, balza all’occhio un autentico boom nel settembre del 2007, con il record di 149 matrimoni. Al contrario i mesi più freddi sono i più temuti e quindi meno richiesti. In questo caso il record negativo spetta a gennaio 2011 e febbraio 2013, entrambi con solo 12 matrimoni. Meglio non rischiare insomma di festeggiare tra pioggia, neve o refoli di Bora.
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