Triestini espatriati oltre quota 31.600, record confermato fra i grandi Comuni

Incidenza pari al 15,6% sul numero totale degli abitanti,  la più alta in Italia. Poi, Roma e Trento. Nel 2019 via in 749

TRIESTE. Trieste si conferma la città italiana con l’incidenza più alta di iscritti all’Aire, l’anagrafe dei connazionali all’estero, nei comuni con oltre 100 mila abitanti. Era già successo lo scorso anno. Nel 2019 sono partiti per stabilirsi in un altro Stato in 749. Sono in buona compagnia. Complessivamente da tutta la regione se ne sono andati infatti in 4.612. E molte sono donne.

A fornire i dati è la rilevazione annuale del Rapporto Italiani nel Mondo 2020, illustrato ieri online dalla Fondazione Migrantes e riferito al 2019. Un trend inarrestabile ormai da oltre dieci anni, quella nuova emigrazione diretta un po’ in tutto il mondo, e non più, come accadeva negli anni ’50, in alcuni continenti in particolare, Australia in primis.

I numeri già citati, in realtà, sono ben più elevati, considerando che molti, soprattutto i più giovani, spesso non si iscrivono all’ Aire. I residenti all’estero provenienti dal Friuli Venezia Giulia nel 2018 erano 184.119, saliti a 188.731 lo scorso anno. Come accennato se ne vanno più triestini, passati da 30.944 a 31.693 (incidenza sul totale degli abitanti del 15,6%, record, davanti a Roma, 11,7%, e Trento, 10%), seguiti dagli udinesi, da 7.178 a 7.524, dai pordenonesi, da 4.419 a 4.682, e dai goriziani, da 3.872 a 4.012.

Quanto all’età di chi sceglie di mollare tutto e iniziare un nuovo percorso lontano da casa, la fascia con più partenze è quella dai 35 ai 39 anni, in genere persone che in Italia si sono già formate e hanno deciso di sviluppare le proprie competenze in un altro Paese. Segue la fascia 18-34. In questo caso molte volte la decisione arriva dalla volontà di intraprendere un iter di studio all’estero, che poi porta a un’occupazione sul posto.

Oltre a Trieste anche la regione fa segnare un primato: ha la quota più elevata di donne che espatriano, il 47% del totale. Così vicino solo il Trentino Alto Adige (46,4%). Nel 2019, da gennaio a dicembre, hanno lasciato l’Italia ufficialmente 131 mila cittadini, verso 186 destinazioni. Complessivamente, le nuove iscrizioni all’Aire nel 2019 sono state 257.812.

«Negli ultimi 15 anni la presenza italiana all’estero si è consacrata euroamericana, ma con una differenza sostanziale – si sottolinea nel rapporto –: il continente americano, soprattutto l’area latino-americana, è cresciuto grazie alle acquisizioni di cittadinanza. L’Europa, invece, è cresciuta maggiormente grazie alla nuova mobilità (+1.119.432, per un totale, a inizio 2020, di quasi 3 milioni di residenti totali). A dimostrarlo gli aumenti registrati nelle specifiche realtà nazionali».

«Se, però, i valori assoluti fanno risaltare i Paesi di vecchia mobilità come la Germania (oltre 252 mila nuove iscrizioni), il Regno Unito (quasi 215 mila), la Svizzera (più di 174 mila), la Francia (quasi 109 mila) e il Belgio (circa 59 mila), sono gli aumenti in percentuale, rispetto al 2006, a far emergere le novità più interessanti. Per questi stessi Paesi – prosegue il documento – si riscontrano le seguenti indicazioni: Germania (+47,2%), Svizzera (+38,0%), Francia (+33,4%) e Belgio (+27,3%).

Per il Regno Unito, invece, e soprattutto per la Spagna, gli aumenti sono stati molto più consistenti, rispettivamente +147,9% e +242,1%». Ed è proprio a Londra che continua a crescere la comunità di triestini, che hanno fondato anche una sezione dell’Associazione Giuliani nel Mondo, guidata da Pierpaolo Bastiani. La capitale Uk, pure nel 2020, nonostante la situazione di emergenza, registra comunque nuovi arrivi . 


 

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