Triestini depistati dall’autobus ingannevole

Un migliaio di utenti chiedono di ripristinare la scritta “deposito” per evitare disguidi. La Provincia: «Rispettiamo la legge»
Autobus a Trieste
Autobus a Trieste

TRIESTE Salire su un autobus a tarda sera per rientrare a casa e ritrovarsi invece catapultati in piena periferia cittadina. È quello che da qualche tempo accade ad alcuni utenti della Trieste Trasporti. Il motivo è dovuto a una questione squisitamente tecnica che però sta comportando una serie di contrattempi alla cittadinanza. Succede che nell’ultima corsa delle diverse linee, quella che va in direzione del deposito dei bus, sul display anteriore del mezzo viene riportata soltanto la dicitura “via Alberti” (l’ultima fermata utile prima del deposito di Broletto oppure “via Svevo” per i mezzi che provengono dalla direzione opposta), accompagnata dal numero della linea in questione e non più, come accadeva in passato, semplicemente con la scritta “deposito”. Peraltro questo accade sulla parte anteriore del mezzo, mentre ai lati e sul retro compare esclusivamente il numero della linea, come in una normale corsa giornaliera. Una situazione che può trarre in inganno chi non fa attenzione alla dicitura o prende il bus al volo senza riuscire a vedere il display anteriore. Il risultato è che gli utenti imbufaliti, una volta scoperto l’inghippo, finiscono per prendersela con gli stessi conducenti.

A sollevare il caso ci ha pensato Marcelo Medau, figura nota in città per la sua battaglia portata avanti lo scorso anno contro la pedonalizzazione di via Mazzini, con la raccolta di ben seimila firme. Medau si è cimentato in una nuova petizione popolare, raccogliendo in pochi giorni un altro migliaio di firme che saranno consegnate alle istituzioni e agli organi competenti. «Siamo di fronte ad una situazione ingannevole che sta portando a un forte disservizio - osserva Medau -. Gli utenti, tra questi molti anziani, quando salgono sul bus pensano di effettuare il normale tragitto e solo in seguito si accorgono di aver preso la direzione che porta al deposito. Un problema che, oltre a provocare un elevato disagio per l’utenza, è fonte quotidiana di litigi sul mezzo pubblico tra gli stessi cittadini ed i conducenti, sui quali inevitabilmente ricadono le colpe di quanto accaduto, ma che spesso non hanno il tempo materiale di avvisare i clienti, soprattutto quelli che salgono dalla parte posteriore del mezzo».

Il tutto avviene peraltro a tarda sera, ora del rientro a casa, o la mattina presto, quando si va al lavoro. Orari delicati. «In effetti, oltre al disagio, la questione sicurezza è un altro aspetto da non sottovalutare - rileva Medau -. Per una persona anziana, ma penso anche ad una ragazza, trovarsi da sola di sera in una zona isolata e poco illuminata non è certo il massimo».

Ma perché si è arrivati a questa situazione di ambiguità? A spiegarlo è l’assessore provinciale ai Trasporti Vittorio Zollia: «Il problema deriva da una norma regionale nella quale è previsto che fino a quando l’autobus è in servizio e dunque può ancora essere usufruito dall’utenza, ci debba essere l’indicazione della via, mentre la scritta “deposito” compare soltanto quando il mezzo termina il servizio pubblico e va diretto alla base senza più effettuare fermate. Obiettivamente una situazione che può creare un po’ di confusione e un certo disagio all’utenza. Va detto però che tutto viene specificato nelle diverse tabelle con le indicazioni di orari e percorsi, oppure basta rivolgersi agli uffici della Trieste Trasporti». In ogni caso, assicura l’assessore, il problema si risolverà a breve: «Nel nuovo bando regionale è previsto infatti che il bus dovrà iniziare il servizio dal capolinea fino al deposito senza più fermate: dunque sarà una corsa non più utilizzabile dall’utenza ed a carico del concessionario che in questo modo eviterà qualsiasi situazione di ambiguità».

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