I triestini e l’amore per il cinema: nel 2024 staccati 250 mila biglietti

I dati in crescita del circuito Egm, che gestisce le sale del Viale: «Rimane un rapporto confidenziale con il pubblico»

Francesco Bercic
L’ingresso del cinema Ambasciatori (un tempo chiamato Eden)
L’ingresso del cinema Ambasciatori (un tempo chiamato Eden)

Che il cinema a Trieste goda di buona salute, lo si può intuire con una semplice passeggiata in viale Venti Settembre. Lunghe file di fronte alle biglietterie, pellicole che rimangono in sala per diversi mesi, perfino i matinée rispolverati da un passato che si credeva tramontato per sempre. Complici le vacanze di Natale, uno dei periodi dell’anno tradizionalmente più redditizi per i botteghini, il grande schermo sembra essersi ripreso uno spazio che le piattaforme digitali – ma prima ancora la televisione, se per questo – parevano destinati a occupare interamente.

Gli interni del The Space Cinema, all’interno del centro commerciale
Gli interni del The Space Cinema, all’interno del centro commerciale

Ora è arrivata la conferma dei numeri, a dar corpo a sensazioni sotto gli occhi di tutti. Il circuito Egm, che dal 1974 ha assunto progressivamente la gestione degli attuali cinque cinema attorno al Viale, tira le somme dell’anno che sta per concludersi: i biglietti staccati raggiungono la quota di 250 mila, superando di poco il risultato del 2023. Sugli incassi la famiglia Maggiola, a capo di Egm, preferisce non esporsi, ma il fondatore e presidente Giorgio dice con una punta di soddisfazione che «sono migliori del pre pandemia».

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I lavori all’interno del cinema Ariston in viale Romolo Gessi Foto Silvano

Una soddisfazione più che giustificata, del resto. Al rimbalzo fisiologico dopo le chiusure imposte dal Covid – grazie anche a blockbuster come “Oppenheimer” e “Barbie” – è seguito infatti quest’anno, almeno a livello nazionale, un assestamento con numeri meno positivi rispetto all’anno scorso. Assestamento che farebbe così di Trieste una realtà in controtendenza. Il condizionale è d’obbligo, perché per avere un quadro completo sarebbe necessario conoscere lo stato di forma dell’altro grande cinema triestino, il “The Space”, facente parte dell’omonimo circuito nazionale. Contattato dal Piccolo, non ha fornito risposte.

La biglietteria, con uno spazio bar, del cinema Nazionale, il più grande in viale Venti Settembre con sei sale di diversa grandezza
La biglietteria, con uno spazio bar, del cinema Nazionale, il più grande in viale Venti Settembre con sei sale di diversa grandezza

Un bilancio realistico è però possibile stilarlo, grazie ad alcune particolarità che fanno del capoluogo giuliano un territorio per molti versi eccezionale. Intanto per la collocazione delle sale, le maggiori delle quali sono tutte concentrate attorno a due punti focali: il centro commerciale Le Torri d’Europa, dove appunto si trovano le sette sale del The Space Cinema, cui si aggiunge viale Venti Settembre, nei pressi del quale sorge l’impero dei Maggiola (le sei sale del Nazionale, le tre del Giotto, più Fellini, Ambasciatori e Super). Un duopolio, insomma, che tuttavia lo è solo in apparenza.

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Andando infatti a osservare nel dettaglio il bilancio del circuito Egm, ma anche ripercorrendo la programmazione dei mesi passati, si scopre che il target di riferimento è diverso. «Noi abbiamo tanti studenti universitari, poi soprattutto la fascia di adulti da quarant’anni in su – ragiona Marta Maggiola –. I ragazzini preferiscono il The Space». E l’offerta del Viale ricalca questa constatazione: pur lasciando ampio spazio a titoli dal forte richiamo internazionale – quali “Dune Parte 2” o “Inside Out 2” – li ha accompagnati a produzioni di nicchia, pensati per un pubblico più ricercato. Senza scordare i film in lingua originale che da anni riscuotono notevoli apprezzamenti, specie tra i giovani.

Ma il fattore sorprendente è che sono proprio questi ultimi titoli a trainare il successo delle sale del Viale. Tanto che tra i film che hanno incassato di più nel 2024 – ricorda la famiglia Maggiola – figura “Berlinguer. La grande ambizione”, con il regista Andrea Segre accolto fra gli applausi al Nazionale, o ancora “Giurato numero 2” di Clint Eastwood, da settimane nelle sale. Pellicole che hanno entrambe ottenuto un buon riscontro in Italia, senza però nemmeno comparire nella Top 10 nazionale del 2024.

Un’altra leva importante è rappresentata dai numerosi film girati in tutto o in parte a Trieste. Da ultimo è toccato a “Napoli-New York” di Salvatores, non a caso in cima alla classifica natalizia. A testimonianza che il rapporto tra il cinema e Trieste va al di là della mera fruizione, alimentando piuttosto una complicità sentimentale evidentemente non scalfita dal tempo. «Siamo ben radicati come attività – riflette ancora la famiglia Maggiola – quasi un’istituzione. Ci auguravamo di ottenere un risultato del genere. Vogliamo restare il cinema della famiglia e della città, mantenendo una relazione confidenziale con il pubblico».

Forse è questo il segreto. La «confidenza» con il pubblico passa anche dal «confronto con la cassiera», da tutto un sistema di abitudini che si è andato formando nel corso degli anni. «Nel futuro vorremmo fare solo piccoli cambiamenti», confidano i Maggiola. Senza distruggere un rituale che, almeno in viale Venti Settembre, conta ancora tantissimi fedeli. —

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