Trieste, "zoo" degli orrori, lo squilibrato ricoverato a Domio

Sopralluogo a Borgo San Sergio della Polizia e di un  veterinario. Il titolare sporge denuncia
Quel che resta della "fattoria" dove di è consumata la mattanza (Lasorte)
Quel che resta della "fattoria" dove di è consumata la mattanza (Lasorte)

TRIESTE «Vedi questa roba qua?». Il giovane Tiziano Milic si abbassa e afferra dal terreno una poltiglia di fango e carne: «È quel che resta di un coniglio». Alle 10.30 del mattino ai due agenti di Polizia e al veterinario dell’Azienda sanitaria va di traverso la colazione. È stata una mattanza, qui, alla fattoria di Borgo San Sergio. Sono cinquantacinque i cadaveri di galline e anatre trovati morti. Sparsi in giro. Perlopiù integri. Altrettanti invece sono ridotti come le budella di quel povero coniglio che ha in mano Milic. Sono stati mezzi divorati da cinghiali e maiali, ben felici di banchettare con gli animali liberati e uccisi dallo squilibrato che martedì all’alba si è addentrato della tenuta di via di Peco.

È entrato da un cancello di lato armato di una spranga di ferro e di un’accetta per fare un macello. Ha aperto le gabbie e si è avventato sulle bestiole ammazzandone il più possibile. Pure sul cane, un pastore Malinois: l’ha colpito spezzandogli spalla e zampa. Poi lo ha rinchiuso. Si salverà. Ieri, nel primo mattino, è stato rinvenuto anche un maialino vietnamita con il cranio fracassato.

Già, una strage, su cui indaga la Polizia. Una strage che avrebbe un responsabile, almeno dando corda ai racconti dello stesso Milic: Edi Furlan, il cinquantacinquenne che soffre di disturbi psichici e che nel quartiere tutti conoscono col nome di “Edi vacca”, forse perché in passato il padre allevava mucche. «Sono sicuro, è stato lui – accusa il giovane – qui in rione sanno tutti chi è perché è già stato responsabile di atti del genere. Ha ucciso anche una cucciolata di gattini, dandoli in pasto ai cinghiali». Milic sporgerà denuncia: «Lo farò perché non è possibile che sia libero. Deve essere punito, deve pagare».

Mattanza in fattoria, animali in fuga a Borgo San Sergio

I due, Milic e Furlan, dividono il terreno della fattoria di via di Peco, un fazzoletto di fango separato da un muretto. Furlan è un personaggio ben noto nel quartiere: è seguito dal centro di salute mentale di Domio, dove risulta ricoverato dall’altro ieri sera. «Cerchiamo di dargli il massimo delle cure», si limita a dire Pina Ridente, responsabile del centro. Non ci sono prove che sia stato lui, ma Milic ne è certo. «Non ci sono dubbi – ribadisce il ragazzo – quello là mi ha ucciso già altri animali».

Trieste: squilibrato fa strage di animali con l'accetta in una fattoria. Cinghiale in fuga: catturato
Una parte degli animali fatti fuori dallo squilibrato con un'accetta (foto Massimo Silvano)

La tenuta, tolte bestie e stalle, è una specie di discarica a cielo aperto. La puzza di escrementi e maiali si confonde con quella della spazzatura che proviene dalla casetta di proprietà dell’uomo accusato. È una catapecchia, data alle fiamme anni fa, che sta su per miracolo. Dentro, sui muri, si scorgono segni satanici e croci disegnate all’incontrario. Una stanza è completamente piena di sacchi dell’immondizia, confezioni di cibo putrido e cassette di legno. Un frigo, qualche mobile annerito e, su una parete, un coltello. «Ecco – sbuffa Milic – questo ad esempio è mio. Me l’ha rubato». Come l’ascia di cui si sarebbe servito per sterminare galline, anatre e conigli. Una trentina le carcasse che il veterinario dell’Azienda sanitaria, Massimo Erario, ha portato via ieri mattina. Il resto se lo sono mangiati i cinghiali e i maiali liberati dalle gabbie.

L’uomo che ha ucciso le bestie ha distrutto un po’ tutto: reti, recinzioni e quant’altro. Il danno complessivo, fatti un po’ di conti supererebbe i 4mila euro. «Ma credo che la cifra sarà ben superiore – riflette Milic – perché soltanto le spese per salvare il cane vanno oltre i mille euro». Il pastore Malinois l’altro ieri è stato portato da un veterinario. «Gli ha trovato i legamenti di una zampa rotti e una spalla spezzata – afferma il giovane – ora ha su il gesso, ma si salverà. Ma è un miracolo perché è stato bastonato con la spranga di ferro e rinchiuso nella gabbia dei conigli».

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