Trieste, writer “autorizzati” in azione a Ponterosso

TRIESTE Lungo il telone compare la scritta “Street art is not a crime!”. Accanto stanno prendendo forma due volti di anziani che, in una sorta di fumetto, dialogano tra loro sul tema dei murales. È l'immagine in corso di realizzazione lungo la parte esterna del cantiere di Ponterosso, scelta per la seconda fase del progetto “Vandalo? No writer!”organizzato dalla Provincia, in collaborazione con il Comune, che ha coinvolto un'ottantina di studenti delle scuole superiori, in particolare degli istituti Nordio, Galvani e della Scuola Edile. Un’iniziativa che si propone, attraverso una campagna di sensibilizzazione, di distinguere tra quella che è la vera espressione artistica e, al contrario, gli atti di vandalismo i cui costi invece ricadono pesantemente sulla collettività.
Dopo il primo appuntamento del progetto, che ha visto gli studenti ripulire dalle scritte l'area del capolinea del Tram in piazza Oberdan, da un paio di giorni i ragazzi sono al lavoro per rivitalizzare una parte del maxi-cantiere di Ponterosso, sotto la guida di due esperti writers. «Un modo per dare ai ragazzi la possibilità di esprimere il loro talento e la loro creatività» hanno sottolineato Emanuele Dellaluce e Francesca Oliva, delle cooperative La Quercia e Duemilauno, che si occupano della fase operativa del progetto, mentre Mauro Lapel, docente del Galvani, si è soffermato «sull'importanza di salvaguardare il bene comune e di valorizzare attraverso l'arte gli spazi cittadini».
A spiegare agli studenti i segreti della “street art” ci hanno pensato due artisti professionisti, Federico Duse e Danny Dughieri. «L'idea è quella di togliere lo stereotipo del graffito cattivo - ha spiegato Duse -. Far capire insomma la differenza tra imbrattare e riqualificare gli spazi urbani attraverso l'arte e la creatività».
L'iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi. «Un tempo guardavo con diffidenza alla street art, mentre adesso ho capito che rappresenta un modo per potersi esprimere» afferma Davide Furlan, studente del Galvani. Per Amanda Birsa e Licia Bonifacio del Nordio: «È stata un’esperienza interessante per approfondire la conoscenza di questa particolare forma artistica», mentre secondo Matteo Urbano «la nostra città deve ancora crescere culturalmente per comprendere questo tipo di espressione». Tra le iniziative legate al progetto, anche un concorso fotografico a premi ed una mostra aperta alla cittadinanza.
Riproduzione riservata © Il Piccolo