Trieste, Wärtsilä: test truccati, sindacati in allarme

Fim-Fiom e Uilm chiedono un incontro alla direzione dello stabilimento di Bagnoli: timori su investimenti e occupazione
Lo stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra
Lo stabilimento Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra

TRIESTE. «Forte preoccupazione» e richiesta di sollecito incontro con il direttore dello stabilimento di Bagnoli, Andrea Bochicchio: questo è il tenore del comunicato che stamane dovrebbe essere diffuso dalle rappresentanze sindacali unitarie (rsu) di Fim-Fiom-Uilm all’interno di Wärtsilä. I sindacalisti hanno fatto ieri pomeriggio un primo rapido punto della situazione, dopo il caso fatto scoppiare dal quartier generale di Helsinki.

Trieste: test truccati, bufera in Wärtsilä
Lo stabilimento triestino della Wartsila

Che in un comunicato, diramato il 7 marzo, ha annunciato di aver rilevato nella fabbrica motoristica di Bagnoli alterazioni di test riguardanti il consumo di carburante. Diciamo che, qualora l’indagine interna dovesse confermare queste risultanze, saremmo dinnanzi a un micro-caso Volkswagen. La tempesta mediatica, scatenata negli scorsi giorni dalla nota aziendale ripresa da “Wall Street Journal” e dalla Reuters, sembra essersi attenuata.

Ma le organizzazioni sindacali, che mercoledì 16 e giovedì 17 della prossima settimana potrebbero chiudere la trattativa per il contratto integrativo, restano molto guardinghe e attendono di conoscere una più precisa sequenza dei fatti: Fabio Kanidisek (Fim) e Andrea Dellapietra (Fiom) ne vogliono parlare anche con i rispettivi segretari nazionali di categoria, Anelli e Papignani.

Wärtsilä, crescono i ricavi: a Bagnoli ordini fino a giugno
L'assemblaggio di un motore Wartsila

Perchè il comunicato del 7 marzo non precisa quanti motori sarebbero stati “taroccati” e in quale periodo i test sarebbero stati alterati: tutto, insomma, è avvolto nella nebbia di una strana genericità. Come lascia perplesso il fatto che la vicenda sia gestita direttamente da Helsinki, valicando la dirigenza italiana. Infatti anche ieri Sergio Razeto, che tra l’altro è presidente di Confindustria Venezia Giulia, non ha rilasciato dichiarazioni sull’inquietante accaduto.

In molti si chiedono l’occorrenza di una nota ufficiale a fronte di “deviazioni” che la stessa Wärtsilä reputa in fondo esigue: 1% dei consumi, 2% dei motori prodotti. Solo i motori marini interessati: W 26, 38, 46, 46F, 50. Già: ma quanti? E su quante e quali navi? Il settore interessato più da vicino dovrebbe essere la sala-prove, dove opera una settantina di addetti tra operai e impiegati. Che iniziative sanzionatorie e disciplinari assumerà Helsinki?

Mercati incerti, Wärtsilä resiste con il service
Un interno dello stabilimento di Bagnoli

Sullo sfondo quelle che potrebbero essere le decisioni strategiche di Wartsila in ordine ai siti produttivi europei. Le principali fabbriche sorgono nella finlandese Vasa e a Trieste. Nella madrepatria finnica il gruppo motoristico ha già chiuso lo stabilimento di Turku. In Cina e in Corea operano siti in joint venture con importanti produttori nazionali.

Insomma, i sindacati non nascondono i timori per l’evoluzione delle scelte aziendali: resteranno attive sia Vasa che Trieste, su cui Wärtsilä ha obiettivamente effettuato investimenti rilevanti? Quale potrà essere la misura dei tagli occupazionali? I sindacati non hanno dimenticato i 600 esuberi, un terzo dei quali in Finlandia, dichiarati dal gruppo la scorsa estate e non ancora individuati. Le previsioni sul 2016 erano discrete (+5% per i ricavi, tra il 12,5 e il 13% il margine operativo) ma buona parte dei risultati realizzati nel 2015 lo si è dovuto all’ottima prova del service, guidato dal triestino Pierpaolo Barbone, numero 2 del gruppo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo