Trieste, voto bulgaro sull’integrativo Wärtsilä
TRIESTE Una volta lo si sarebbe chiamato voto “bulgaro”. Le dimensioni del “sì” espresso dai lavoratori Wärtsilä nel referendum sul contratto integrativo sono sicuramente legittimanti per l’accordo raggiunto una settimana fa con l’azienda.
Infatti nello stabilimento di Bagnoli su 1072 aventi diritto erano presenti in 794, hanno esercitato il diritto di voto 769 dipendenti e i “sì” sono stati 755 pari al 98,6%. I “no” si sono limitati a 11 (1,4%) e le schede bianche 3.
Che fosse lecito attendersi dalla più grande fabbrica triestina un giudizio favorevole al contratto di “secondo livello” messo a punto in otto mesi di trattativa, ci stava. Invece il dato forse più interessante riguarda l’affluenza alle urne, che ha visto votare il 71,7% degli addetti di Bagnoli: considerando la settimana pre-pasquale, oltre alle assenze per servizio, la percentuale raggiunta è considerata importante.
Anzi - rileva con particolare soddisfazione Fabio Kanidisek, responsabile della Fim in Wärtsilä dove è la prima sigla sindacale - «hanno votato per l’accordo finale 170 lavoratori in più rispetto alla consultazione iniziale sulla piattaforma, quando in genere ci sono più aspettative».
Andamento insolito quindi, perchè è l’opposto a verificarsi con maggiore frequenza. Nonostante la piattaforma fosse unitaria e nonostante l’esito plebiscitario, Kanidisek non rinuncia a uno spunto polemico nei confronti della Fiom, accusata d’aver speculato sull’effettuazione della verifica referendaria: «Fim è sempre stata favorevole a testare direttamente la volontà dei lavoratori». Ma nel complesso per l’esponente cislino le cose sono andate bene: «Abbiamo portato a casa 24 punti normativi sui 26 richiesti, non solo soldi ma miglioramenti sugli aspetti sanitari, sulla gestione del Tfr, su ambiente e sicurezza».
Un lavoro serio, insomma, sulla cui valutazione converge il “concorrente” Sasha Colautti, segretario della Fiom triestina: «Un buon integrativo dai contenuti avanzati, con soluzioni innovative che hanno permesso di coniugare le richieste delle parti sociali».
«Diamo atto all’azienda - prosegue - di aver cercato mediazioni su aspetti per noi molto delicati come l’inserimento degli interinali, limitato al 10% della forza impiegati». Colautti non intende abbassare la guardia sulla questioni-esuberi: nell’estate scorsa Helsinki ha parlato di 600 eccedenze, senza però situarli nella planetaria geografia del gruppo «e i dirigenti italiani non hanno ancora notizie».
Anche il segretario della Uilm Antonio Rodà ritiene che si tratti di «un integrativo buonissimo», conseguito con una lunga trattativa durata otto mesi. «Abbiamo dimostrato che il sindacato riesce a negoziare e a ottenere risultati concreti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo