Trieste volta pagina con Cosolini sindaco

Il centrosinistra torna a governare la città dopo dieci anni: 15 i punti di scarto rispetto a Roberto Antonione. Vana la chiamata alle armi del centrodestra

The 12,500 tonne CMS or compact Muon Solenoid detector. CERN, the European Organization for Nuclear Research, one of the world's largest centres for scientific research. The Cern particle accelerator near Geneva in Switzerland. 26/03/08
The 12,500 tonne CMS or compact Muon Solenoid detector. CERN, the European Organization for Nuclear Research, one of the world's largest centres for scientific research. The Cern particle accelerator near Geneva in Switzerland. 26/03/08

TRIESTE. Trieste volta pagina. Roberto Cosolini è il nuovo sindaco. Dopo dieci anni il Comune cambia dunque colore, chiudendo il capitolo del centrodestra targato Dipiazza e aprendone uno nuovo che vi sistema alla guida il centrosinistra. Coalizione che di fatto cala il “triplete”, per prendere in prestito il gergo calcistico, considerata anche la contestuale conferma in Provincia dopo aver già fatto il bis del 2006 due settimane prima a Muggia.

Chiuso il primo tempo della sfida elettorale in vantaggio (al primo turno aveva ottenuto il 40,67% dei consensi) nella due giorni del 15-16 maggio scorsi, al ballottaggio Cosolini - primo sindaco della città con un passato politico marcatamente di sinistra (ha militato nel Pci, poi nel Pds e ancora fra i Ds prima dell’era Pd) - ha reso granitica la sua supremazia nei confronti del rivale diretto, quel Roberto Antonione che ha accettato con sportività il verdetto delle urne. Verdetto peraltro impietoso: 57,51% dei voti a favore del candidato sindaco del centrosinistra contro il 42,49% dell’avversario. Uno scarto di 15 punti. In termini assoluti: 53.050 schede per il vincitore, 39.197 per lo sconfitto. Ai seggi si sono presentati in 95.355, cioè ventimila persone in meno rispetto allo “spareggione finale” Dipiazza-Rosato del 2006. Nonostante l’affluenza in calo verticale, dopo il lieve aumento di domenica, Cosolini è riuscito anche a incrementare leggermente il suo margine nei confronti di Antonione portandolo dal +13.293 voti (41.220 contro 27.927) del primo turno al +13.883 del secondo. La chiamata al voto del centrodestra, sostenuta a più riprese dallo slogan «non lasciamo la città all’estrema sinistra» lanciato a turno da Antonione, dal deputato leghista Massimiliano Fedriga e pure dal ministro degli Esteri Franco Frattini, si è risolta di fatto in un buco nell’acqua. È caduta nel vuoto. E l’indicazione “bandelliana” al proprio elettorato di optare per la scheda bianca non ha spostato gli equilibri: 1.330 le schede non “segnate” mentre 1.774 quelle nulle.

La certezza che Cosolini avesse vinto, ieri, si è avuta molto presto. Era infatti da poco passata un’ora dalla chiusura dei seggi, fissata alle 15, quando il conteggio si è attestato su una forbice ormai incolmabile. Da quel momento in poi, tutti ad attendere il vincitore, in piazza Unità e nella sala del Consiglio comunale. Lì Cosolini si è presentato poco dopo le 17, dopo aver seguito l’andamento dello spoglio lontano dai riflettori. Il suo antagonista, Roberto Antonione, stava intanto osservando i numeri prendere forma nel suo quartier generale di via Roma.

«Una grande soddisfazione, ma anche una grande responsabilità», ha sottolineato subito Cosolini nelle prime interviste da neo-primo cittadino. Ribadendo una volta di più la priorità leit motiv della sua campagna elettorale: «Economia e lavoro al primo posto». Prima si era concesso a strette di mano e abbracci con la “sua squadra”, dal prossimo assessore Fabio Omero (Pd) a quel Roberto Decarli (Trieste Cambia) che in molti danno in pole position per il ruolo di nuovo presidente del Consiglio comunale. E ancora a Emiliano Edera, eletto con l’Italia dei valori, e Giulio Lauri, coordinatore provinciale di Sel. Un modo per ringraziare un team che si è presentato unito non solo dal primo turno delle amministrative, ma già da molto prima, dal post-primarie del dicembre scorso quando Cosolini venne designato candidato della coalizione superando i contendenti Marino Andolina (Rifondazione comunista, oggi eletto in Consiglio comunale con la Federazione della Sinistra) e Alessandro Metz (dell’apartitico Progetto Comune). A proposito, c’è un dettaglio che proprio Fabio Omero ha messo in luce: «Queste elezioni sono state vinte dalle primarie, in tutta Italia. È la dimostrazione che le candidature vanno condivise con i cittadini». Sette le forze che hanno appoggiato la candidatura di Cosolini: Psi, Federazione della Sinistra, Pd, Sel, Idv, Cittadini e Trieste cambia.

Discorso molto diverso nel centrodestra, per mesi diviso da veti incrociati, tensioni nazionali e locali (interne anche al Pdl stesso, basti pensare alla proposta della “base” di candidare Piero Tononi e alla sfida a suon di manifesti con quel 23-2 che in molti non scorderanno) senza soluzione e presentatosi infine al primo turno con una schiera di candidati sindaco. Oltre ad Antonione (sostenuto da Pdl, Lista Dipiazza, Lista Antonione, Fiamma Tricolore e Pensionati), ci avevano provato i vari Massimiliano Fedriga (Lega Nord), Franco Bandelli (Un’altra Trieste, La Destra-Forza Nuova e Giovane Destr@), Edoardo Sasco (Udc) e Michele Lobianco (Fli). Al ballottaggio, poi, l’unico partito a optare per l’apparentamento è stato il Carroccio. Ma il risultato del voto ha premiato l’unità del centrosinistra. E il nuovo primo cittadino Cosolini, che difficilmente dimenticherà gli ultimi quattro giorni: venerdì è diventato nonno, ieri sindaco.

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