Trieste, vietati i simboli di Tito al corteo del Primo maggio

Sì del Consiglio alla proposta del centrodestra di chiedere a prefetto e questore di punire chi espone il vessillo e di vietarlo dal 2018. Astenute le opposizioni
Foto Bruni 01.05.15 Corteo del 1 maggio
Foto Bruni 01.05.15 Corteo del 1 maggio

Il sol dell’Avvenir a Trieste si piglia la multa. O almeno è quel che auspica la maggioranza del Consiglio comunale, che mercoledì sera ha approvato una mozione che chiede di vietare l’uso di vessilli con la stella rossa durante il corteo del Primo maggio.

Una data che non corrisponde soltanto alla Festa dei Lavoratori, ma anche alla cacciata dalla città dei nazifascisti da parte delle forze jugoslave al termine della Seconda guerra mondiale. Ragion per cui alle sfilate dei sindacati si accompagnano sovente vessilli con il simbolo comunista.

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La mozione è firmata dai capogruppo di maggioranza Claudio Giacomelli (Fratelli d’Italia), Paolo Polidori (Lega), Vincenzo Rescigno (Lista Dipiazza) e Piero Camber (Forza Italia).

Scrivono i firmatari: «Negli ultimi anni a Trieste, durante le manifestazioni in occasione del Primo maggio, Festa del Lavoro, tra cui il corteo curato dalle organizzazioni sindacali che si conclude in piazza Unità d’Italia, sono comparsi vessilli e bandiere celebranti la figura del maresciallo Tito, bandiere della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia e altre ostentazioni di stelle rosse, anche sul tricolore italiano».

La richiesta è quindi di «impegnare il sindaco a trasmettere il sentimento del Consiglio comunale di Trieste al prefetto, al questore e agli organizzatori della manifestazioni per il Primo maggio, invitando questi ultimi a non ammettere episodi simili sino a isolare ed espellere dalle proprie manifestazioni le persone che si macchiassero di tali comportamenti inqualificabili e, qualora tali fatti si dovessero ripetere anche quest’anno in alcune manifestazioni, a invitare prefetto e questore a vietarle per l’anno 2018».

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La mozione ha suscitato per diversi motivi la contrarietà dell’opposizione. Il consigliere ed ex sindaco dem Roberto Cosolini ha dichiarato di aver sempre festeggiato in famiglia il 30 aprile, «data dell’insurrezione del Cln», Comitato di liberazione nazionale.

L’ex primo cittadino ha poi ricordato di aver inaugurato a San Giusto un monumento che ricorda le sofferenze conseguite al periodo di occupazione delle forze jugoslave, «cosa che nessuno prima aveva mai fatto». Cosolini ha rilevato che la mozione così com’è chiede di proibire anche le bandiere tricolori con la stella rossa, ovvero i vessilli delle Brigate Garibaldi, forze tra le più importanti della Resistenza.

Stigmatizzando il carattere «strumentale» della proposta, il centrosinistra si è astenuto. Lo stesso ha fatto il Movimento 5 Stelle, per il cui capogruppo Paolo Menis non ha senso «vietare una manifestazione per cinque, dieci deficienti».

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