Trieste, via San Giovanni Paolo II in lista di attesa da 15 anni

Per l’intitolazione era stata proposta la strada che passa davanti al santuario di Monte Grisa . L’assessore Lobianco: «Purtroppo non è comunale, è passata dall’ex Provincia alla Regione» 
La strada che porta al santuario di Monte Grisa. Foto Lasorte
La strada che porta al santuario di Monte Grisa. Foto Lasorte

TRIESTE Nello stradario triestino manca all’appello via San Giovanni Paolo II. Il che provoca qualche malumore odonomastico tra le forze della maggioranza in Municipio. La storia va avanti da quindici anni. Sembrava arrivata a un punto nel 2018, quando su proposta di Forza Italia la giunta Dipiazza si era impegnata a intitolare una via di Trieste al Santo padre di Wadowice. Salvatore Porro (Fratelli d’Italia) vorrebbe inoltre che la strada prescelta fosse quella che passa davanti a Monte Grisa. Ma l’assessore comunale alla Toponomastica, Michele Lobianco, frena.

L’idea della via era stata avanzata per la prima volta dalla consigliera comunale Manuela Declich, all’epoca azzurra, nel 2005: il papa aveva appena lasciato le sue spoglie terrene. A fine 2017 il forzista Bruno Marini aveva riportato in auge la questione con una mozione sottoscritta da tutti i consiglieri berlusconiani: chiedevano al Comune di intitolare a Wojtyla una via, piazza o spazio pubblico di rilievo entro il 16 ottobre 2018, anniversario della sua elezione a pontefice, oppure di erigergli una statua in alternativa. A gennaio 2018 la mozione era stata fatta propria dalla giunta.

Se ne riparla oggi, perché la parrocchia di Maria Madre e Regina si sta procurando una statua di papa Wojtyla alta quasi due metri, di propria iniziativa: il parroco, don Luigi Moro, vorrebbe sistemarla sulla rotonda all’ingresso del piazzale del santuario di Monte Grisa, dove Wojtyla fece tappa nel 1992. Su questo l’assessore ai Lavori pubblici, Elisa Lodi, si è detta disponibile a un sopralluogo, per assicurarsi che tutto avvenga nel rispetto delle norme vigenti. Ciò tuttavia ha pure riportato i riflettori sull’intitolazione: «La questione è all’attenzione della giunta – spiega Lobianco –. Ma il sito non sarà quello auspicato, poiché la strada che passa davanti a Monte Grisa non è comunale bensì ex provinciale, dunque regionale, ed esula pertanto dalle competenze dell’amministrazione. In futuro, quando si libereranno nuovi spazi in città, si potrà fare un ragionamento su Porto vecchio». Ma Porro ritiene che la strada sia del Comune: a riguardo cita una delibera del Servizio Gestione Patrimonio Immobiliare, datata 22 maggio 2020, che parla di «acquisizione gratuita e accorpamento al Demanio del Comune di Trieste del tratto stradale di collegamento tra la regionale locale “del Carso” e la strada comunale di Monte Grisa». In ambienti vicini alla giunta gira voce che l'acquisizione della strada sia in corso. Sempre Porro denuncia che il tratto compreso tra il Centro Lanza e il tempio di Monte Grisa è al buio e pericoloso: per questo vorrebbe vi fossero installate delle luminarie. Tornando all'intitolazione, «in commissione ho sollecitato l’adempimento della mozione, ma è rimasta lettera morta – commenta Marini –. Bene se la soluzione sarà Monte Grisa. Ma tre anni mi sembrano un’enormità: la toponomastica cittadina è bloccata. A parte l’intitolazione della via ai due poliziotti caduti, l’ultima è stata quella di largo Francesco Bonifacio, nel 2005. Che ne è delle iniziative per il sindaco Cecovini o per le Vittime della strada? È vero, il Porto Vecchio è intonso dal punto di vista toponomastico, ma come sbloccarlo?».

«Auspico che l’intitolazione al papa avvenga quanto prima: sarebbe un messaggio di speranza – aggiunge Declich, oggi della Lega –. Monte Grisa in effetti sarebbe l'ideale. Ben venga se all’attenzione della giunta ci sono pure altre possibilità». —


 

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