Trieste: via libera al “supercomune” Ferrara salva Cosolini e il Pd
TRIESTE Il Consiglio comunale di Trieste dice sì al “supercomune” giuliano. I 21 voti a favore necessari all’approvazione dello statuto e dell’atto costitutivo della nuova Uti - aggregazione prevista dalla riforma regionale degli enti locali - sono arrivati puntuali all’appuntamento con il secondo round, ieri, nell’aula municipale di piazza Unità. Un bis che ha fatto dunque tirare un sospiro di sollievo al sindaco Roberto Cosolini, dopo che dieci giorni fa non era stata raggiunta con il primo voto la maggioranza qualificata dei due terzi.
Ventuno, appunto, i consiglieri a sostegno della proposta definita dalla Conferenza dei sindaci dei sei Comuni interessati (oltre a Trieste, anche Muggia, Duino Aurisina, San Dorligo della Valle, Sgonico e Monrupino) il 24 agosto scorso. A permettere di raggiungere la soglia chiave anche la posizione di Maurizio Ferrara della Lista civica indipendente, un voto dall’opposizione che è andato dunque a sommarsi a quelli del Pd, di Trieste Adesso, Cittadini e Trieste Cambia e anche a quello di Daniela Gerin, eletta con Sel.
E proprio la decisione di quest’ultima ha, di fatto, sancito una nuova rottura all’interno di Sinistra ecologia e libertà, posto che il capogruppo Marino Sossi si è espresso contro l’Uti giuliana, esattamente come il centrodestra, il Movimento 5 Stelle, il socialista Roberto De Gioia e pure - dalla maggioranza di centrosinistra di cui fa parte anche Sossi stesso - la Federazione della Sinistra.
Sel, che aveva già perso Mario Reali nei mesi scorsi, passato a Trieste Adesso con Cesare Cetin, si ritrova ora con un ulteriore problema in casa. Da qui in avanti Sossi e Gerin procederanno sempre in ordine sparso? Se l’è chiesto, a suo modo, anche il capogruppo di Un’Altra Trieste, Franco Bandelli, a margine della seduta: «Ma esiste ancora Sel in aula?».
Roberto Cosolini, insomma, può festeggiare il risultato: scongiurato il rischio commissario e via libera all’Unione territoriale intercomunale giuliana. La volta precedente il sindaco aveva profetizzato: «I voti si contano alla fine». Ha avuto ragione. E pure il suo appello è andato, almeno al 50%, a cogliere il bersaglio: «Mi auguro che al secondo giro Sel, dopo avere esposto il suo disaccordo, dia un voto più amministrativo», aveva detto. Gerin si è allineata, Sossi no.
L’aula ha poi dato assenso unanime alla partecipazione del Comune alla costituzione della Fondazione denominata Accademia Nautica dell’Adriatico, dopo che l’assessore all’istruzione Antonella Grim si è occupata di illustrare i punti della relativa delibera.
In precedenza, due erano state le petizioni presentate da gruppi di cittadini e approvate dal Consiglio. La prima, illustrata da Adriano Damiani, ha messo in luce il quadro di degrado in cui versa da anni via Cumano, con la richiesta finale all’amministrazione di intervenire. La seconda petizione popolare, presentata da Alda Sancin, ha riportato all’attenzione degli eletti la questione delle polveri che non danno tregua agli abitanti di Servola: per questo, si legge nel documento consegnato a tutti i consiglieri, la richiesta dei cittadini al sindaco è «di attivarsi per conoscerne la natura e l’origine nonchè l’eventuale pericolosità o tossicità» delle stesse. E «di rendere pubblicamente noto alla cittadinanza se dalle citate polveri possano derivare rischi per la salute umana e quali siano le norme comportamentali da seguire per evitarli».
Dopo gli interventi dai banchi di maggioranza e opposizione, Sancin si è rivolta direttamente al primo cittadino: «Fino a quando dovremo sopportare in silenzio?». La replica di Cosolini: «Ricordo a tutti che abbiamo richiesto ad Arpa un’indagine sui depositi ai suoli. Entro due mesi al massimo (alcuni istanti prima era stato il forzista Piero Camber ad auspicare tempi di risposta certi nel rispetto dei cittadini, ndr) saremo in grado di produrre una relazione in risposta alla petizione».
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