Trieste-Ventimiglia pagaiando in kayak: missione compiuta
TRIESTE
Il giorno prima di partire da Trieste, quattro mesi fa, aveva solo una vaga idea dei puntini che avrebbero colorato la sua mappa di viaggio. Le preoccupazioni erano altre: portare l’equipaggiamento al giusto peso, procurarsi le difese per ogni avversità, mettere al sicuro l’armamentario tecnologico per il reportage. Il resto della sua impresa da coraggioso navigante lo avrebbero fatto il caso, l’istinto, la fortuna, le lune storte o dritte del meteo.
Ora, arrivato a Ventimigliadopo aver circumnavigato l’Italia alla scoperta delle sue coste e dei suoi silenzi, il 53enne Guido Grugnola può rilassarsi e raccontare la sua impresa: «È andato tutto liscio. A un certo punto si è bucata la sacca delle carte nautiche ma, per il resto, nessun intoppo logistico. E, finalmente, nell’ultima settimana di navigazione è arrivata la Bonaccia!»
Il canoista-velista lombardo - “stregato” dalla passione per le rapide a 13 anni lungo il fiume Lesse - ha compiuto il suo viaggio dall’inizio alla fine. Per circa quattro mesi, a bordo del suo kayak, ha circumnavigato l’Italia per un totale di due mila chilometri macinati pagaiando sempre da solo, fatta eccezione per alcuni tratti percorsi in compagnia di qualche coraggioso conosciuto nei circoli nautici della penisola.
Guido Grugnola era partito dallo “Yacht Club Adriatico” lo scorso 21 aprile e ieri, a mezzogiorno, ha tagliato il suo traguardo a Ventimiglia (Imperia), accolto da amici, familiari e da tanti suoi fan che lo hanno seguito in diretta su http://www.rounditalycruise.it, fra cui anche il sindaco della città di confine, Gaetano Scullino
Grazie al suo blog, aggiornato quotidianamente in pausa dalle onde, Grugnola ha documentato e comunicato in tempo reale ogni fase del suo viaggio alla scoperta delle coste italiane, opere d’arte naturali talvolta date in pasto al degrado, a scarichi maleodoranti e abbandonate a se stesse senza progetti di riqualificazione. Un giro d'Italia fra gli scogli dei cinque mari, compiuto passando per il Golfo di Taranto e lo Stretto di Messina.
«Il messaggio che ho voluto lanciare con questa mia impresa - dice il navigatore solitario - è di salvare le coste italiane per le generazioni future. Questa navigazione ha dimostrato che è più facile scoprire baie di straordinaria bellezza e imparare a conoscere i segreti del mare a bordo di un mezzo dalle grandi qualità marine come il kayak, piuttosto che su un’imbarcazione più grande o motorizzata». «Mi sono rimasti nel cuore i colori dell’alba, il silenzio della natura rotto solo dai versi degli animali - aggiunge - E, purtroppo, anche immagini di coste, in Calabria e in Abruzzo per esempio, rovinate dal cemento di porti costruiti e mai utilizzati che nessuno, pare, abbia intenzione di rimuovere».
Le immagini, i video e i documenti raccolti dal canoista lombardo diventeranno, probabilmente, un reportage che attiri l’attenzione sulla questa vita esplorata dal basso delle coste italiane, patrimonio naturale da tutelare. «Ora mi prendo qualche giorno di vacanza - spiega Grugnola - e poi penserò a come mettere insieme il tutto. Con la mia webcam ho ripreso buona parte del mio viaggio e la cosa a cui tengo, ora, è che questo materiale venga raccolto ed eventualmente divulgato per far conoscere sì le bellezze delle coste, ma anche i loro problemi, dovuti troppo spesso alla noncuranza di chi dovrebbe proteggerle».
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