Trieste, venerdì al Sacro Cuore l’ultimo saluto a Fulvio Camerini
TRIESTE «Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale». Un verso del Cantico delle creature di Francesco d’Assisi composto intorno al 1226 è stato scelto per il necrologio del professor Fulvio Camerini. L’ultimo saluto al grande cardiologo ed ex senatore si terrà venerdì alle 11 nella Chiesa del Sacro Cuore in via del Ronco. I familiari ringraziano il professor Gianfranco Sinagra («Per aver testimoniato con dedizione il rapporto di affetto e stima da cui erano profondamente legati»), le signore Jasna Maracic e Sara Rukavina e gli amici Giuliana Vittur, Mirella Grego, Enrico Fabris, Maria Grazia Cogliati, Michele Zanetti e Furio Silvestri. Sempre i familiari chiedono «non fiori ma contributi pro Associazione Amici del Cuore e Comunità San Martino al Campo di don Mario Vatta». A ricordare Camerini è astato l’altra sera anche il Consiglio comunale con un minuto di silenzio e con le parole del sindaco Roberto Dipiazza e della segretaria provinciale del Pd. «È stato un grande medico, uno scienziato che non solo amava la conoscenza ma che amava condividerla - ha ricordato Famulari -. Ma è stato anche quello che una volta avremmo chiamato un esempio di virtù civiche e morali. Sobrio, rigoroso e amabile, aveva una parola gentile per tutti. Speriamo di essere degni del suo esempio».
Un minuto di silenzio anche a Palazzo Madama dove Camerini è stato senatore nel 1996 nelle fila dell’Ulivo. A ricordarlo l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Addio a Fulvio Camerini, tra i più grandi cardiologi a livello internazionale, un vanto per l’intero Paese non solo per la grande levatura professionale, ma soprattutto per i valori umani e morali che lo hanno contraddistinto nella sua lunga carriera, scientifica e politica».
Un riconoscimento arriva anche dalla minoranza slovena. «Fulvio Camerini ha dato un contributo importante per l’approvazione della legge di tutela 38 del 2001», racconta Rudi Pavšič, presidente Skgz: «È stato un sostenitore convinto della collaborazione e della convivenza costruttiva». Un ricordo appassionato arriva anche da Luciano Ferluga del Comitato pace Danilo Dolci: «A lui molto dobbiamo, per quanto ha fatto come innovatore nel mondo medico e scientifico della nostra città. Non ha mancato di stare vicino anche a persone di qualsiasi ceto ed età, compresi quei giovani di via Valdirivo del Comitato Dolci». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo