«Trieste, vanno migliorati i collegamenti»

Trieste vicina all’Europa e caposaldo del processo tecnologico. È questa la visione data da Fabrizio Fornezza, presidente di Eumetra MR, nella sua relazione tenuta ieri all'interno del meeting "Le sfide dell'innovazione". Il rapporto fra la tecnologia e i triestini, comparata alla realtà triveneta e italiana, è di gran lunga superiore alla media. Un'analisi partita dalla qualità della vita: «Abbiamo fatto questo “road show” in molte città italiane – ha sottolineato Fornezza all'inizio del suo intervento – e per quanto riguarda soprattutto il tema della qualità della vita nella città giuliana c’è la percezione che la stessa sia molto alta».
I valori sciorinati dall’intervento di Fornezza non sono soltanto superiori alla media italiana ma anche a quelli del Nordest, e danno la percezione di trattarsi di una città più vicina all’Europa che alla stessa Italia. Un aspetto che si può riscontrare anche per quanto riguarda i dati meno favorevoli alla città giuliana, come quelli riguardanti le vie di comunicazione.
«Per quanto riguarda le connessioni si potrà fare meglio – continua Fornezza – forse anche in questo settore Trieste pensa di più a connettersi all’Europa rispetto che a un collegamento con Milano e questa situazione è molto percepita dai suoi abitanti». Diverso il livello di percezione riguardante il tema delle connessioni digitali che vede i triestini molto soddisfatti. C’è una parte degli indicatori, come ad esempio, quello della cultura dell’innovazione, che è superiore alla media. Fra i triestini è molto presente la capacità di far convivere la tecnologia con la relazione umana, pertanto si può ben dire che i triestini continuano a preferire l’uomo al supporto tecnologico per socializzare».
Con buona pace del robot Pepper, un umanoide progettato per conversare e a reagire alle emozioni e che ha fatto gli onori di casa alla soirée, a Trieste c’è ancora spazio per la socializzazione vecchia maniera.
«Se osserviamo invece la percezione della modernità dei servizi sul territorio si nota come la tecnologia sia estremamente diffusa. Una percezione avvalorata dagli indicatori del nostro studio». Una tecnologia però non utilizzata da tutti. «Credo che questa mancanza di tecnofilia estrema presente nel territorio giuliano sia dovuta al fatto che le zone culturalmente più avanzate sanno quando è il caso di utilizzare la tecnologia e quando no». Una tecnologia insomma che anche in futuro dovrà essere messa sempre alla prova delle persone, in una specie di nuovo umanesimo applicato alla tecnologia: «Questo risvolto umano di fondo dovrà essere presente anche in futuro nei nostri processi di utilizzo della stessa tecnologia. Il sistema produttivo visto dai triestini ha un'impronta di innovazione diffusa, con una disponibilità di capitale umano adatto all'interpretazione di questa innovazione è anch’essa sopra media e richiede ancora maggiore impegno da parte del sistema produttivo. Siamo in presenza di un territorio che sta prendendo coscienza della sua tecnologia e Trieste ha tutti gli ingredienti giusti per diventare in futuro qualcosa di significativo nell’ambito tecnologico». —
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