Trieste, valgono più di 50 milioni gli immobili dismessi dagli enti

Corsa alle alienazioni da parte di Comune, Provincia, Demanio, Università, Ater. Ma gli acquirenti non si trovano e i bandi per la vendita finiscono deserti. Fitto anche l’elenco delle vendite da fallimenti
Di Gabriella Ziani
Lasorte Trieste 07/04/06 - Palazzo della Provincia
Lasorte Trieste 07/04/06 - Palazzo della Provincia

L’unica soluzione è vendere, e non si parla dei gioiellini di famiglia che finiscono per dolorosa imprevista povertà al “Compro oro” più vicino ma dei gioielli di città che finiscono in liste con più fredda parola definite di “alienazione”. Fatti due conti, a Trieste gli enti pubblici hanno finora messo sul mercato (o annunciato di volerlo fare) edifici e beni per un valore di oltre 50 milioni.

Non è calcolabile, ma è un esercizio che con pazienza e approssimazione si può sempre fare, il totale fluttuante che risulterebbe sommando anche tutti gli immobili privati offerti in vendita, quelli che ci finiscono attraverso le aste del tribunale, a causa dei fallimenti, e la miriade di altri, pur piccoli, che l’Ater offre in prima battuta ai propri inquilini.

La città insomma è in vendita, quello che manca nel quadro è l’acquirente, non abbiamo ancora visto avvenire ciò che poi alcune cronache ci raccontano da altrove, privatizzazioni (anche deplorevoli) di beni illustri, patrimoni esteri investiti su palazzi di pregio, investimenti che arrivano da mitiche ricchezze straniere.

Il Comune facendo il riepilogo del proprio patrimonio ha annunciato che metterà in vendita edifici per un valore stimato di 22 milioni. La Provincia ha messo in lista la vendita di azioni di Autovie per 1,2 milioni e di immobili per circa 14,5 milioni, e in un caso, quello più controverso, ha trovato l’accordo con Cassa depositi e prestiti che sta acquistando in tutta Italia (per evidentemente togliere alcune di queste castagne dal fuoco) un’ingente cubatura di edifici particolari, e particolarmente grandi, che il mercato non ha fauci per aggredire. E così la Provincia ha blindato la vendita dell’edificio di via Cologna (1,2 milioni), già sede della Polizia fascista, un monumento, ma in realtà un guscio vuoto. Che adesso pare destinato a diventare prosaico ma utile parcheggio.

L’Università altrettanto ha scoperto sedi inutilizzate che in una fase non di espansione pare inutile mantenere: 5 milioni abbondanti il valore del mattone che potrebbe finire sul mercato da questo versante. Il Demanio da anni cerca di vendere a Trieste e dintorni cose che si rivelano invendibili: in tutto, per un valore di quasi 1,2 milioni di euro. Ci sono l’ex caserma della polizia di frontiera di Padriciano (91.500 euro per 725 metri quadrati dichiarati “in stato pessimo”), la ex caserma della Guardia di finanza di Basovizza (568 mila), un appartamento di via Gramsci (45.600 euro per 40 metri “in stato pessimo”) e la ex caserma della finanza di Aurisina cave (477 mila euro). Nessuno di questi beni demaniali, stando al sito web, risulta essere stato aggiudicato, nonostante più tornate d’asta.

Così il Comune si ritrova ad esempio l’ex macello di Muggia, che già due o tre volte ha messo in vendita, e che nessuno vuole. E la Provincia ha offerto (e ri-offrirà) villa Hecht in via Ginnastica 53, per oltre 1,3 milioni di euro, che fin qui non è riuscita a piazzare.

Dunque queste operazioni al momento sembrano stare più nel capitolo “archivio” che alla voce “guadagni” e per certe cose (in stato pessimo) forse bisognerà rassegnarsi: i ruderi esistono, resistono, finché un bel giorno anche spariscono.

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