Trieste, va a vuoto la prima asta per la casa presidenziale della Regione in via Filzi
TRIESTE Gara deserta. Al momento, a quel prezzo – 205.394 euro la base d’asta –, non ci sono interessati ai 129 metri quadrati al terzo piano di via Filzi 21 a Trieste, a un passo dal Consiglio regionale, appartamento d’appoggio, nelle due legislature precedenti, per i presidenti della Regione, in particolare nelle giornate in cui i lavori d’aula si prolungavano oltre l’ora di cena. La giunta Fedriga, quell’immobile, l’ha messo in vendita. Ma, alla scadenza delle 12.30 dello scorso 20 maggio per la presentazione delle offerte, non sono emersi soggetti interessati. E il Rup Lara Carlot, direttore del Servizio valorizzazione patrimonio immobiliare e grandi interventi della direzione Finanze, presenti i testimoni Paolo Stolfo e Nicoletta Zennaro, ha dovuto prendere atto di una gara andata appunto deserta.
Barbara Zilli, assessore regionale al Patrimonio, si lascia scappare un «purtroppo», ma non dispera. «Il mercato immobiliare oggi ha un'ampia disponibilità – dichiara –, ma quell’appartamento ci pare molto appetibile per posizione e caratteristiche. Ci auguriamo dunque che possa essere al più presto alienato ad un prezzo congruo».
È possibile che si vada ora al ribasso, ma non è nemmeno escluso che una seconda asta possa mantenere lo stesso valore di partenza. Dopo l’avviso di inizio aprile, la pubblicazione sul sito istituzionale e sull’albo pretorio del Comune di Trieste, oltre che sul Bur e sui quotidiani Il Piccolo e il Messaggero veneto, non c’è la tentazione della svendita.
Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori valutazioni e si prenderà una decisione, con il benestare del governatore Massimiliano Fedriga, eventualmente su una cifra ridotta. A quel punto una delibera di giunta avvierà una seconda procedura di gara.
Lo spazio di via Filzi è stato messo a disposizione dei presidenti del Friuli Venezia Giulia a partire dal 2008. Con la Lega al governo, quelle stanze – ingresso, cucina con terrazzino e ripostiglio, soggiorno con sala da pranzo, due camere e due bagni, pure una lunga terrazza – sono state però ritenute, parole di Zilli, «privilegio antistorico e ingiustificato». E se a Fedriga servirà una foresteria, la si ricaverà nel palazzo di piazza Unità. Di qui la scelta di cedere un edificio che risale agli anni Sessanta e che la Regione acquistò nel 1998 da Società Immobiliare triestina per sistemarvi gli uffici di via Genova destinati all’epoca a essere assegnati all’Ince, in base ad accordi con il ministero degli Affari esteri.
Usato poi anche come locale di rappresentanza e foresteria dall’Ufficio di Gabinetto della Regione, nel 2008, per delibera della giunta Tondo (il presidente carnico userà poi l’appartamento più di Debora Serracchiani), l’alloggio è stato rinnovato, con adeguamento alla normativa di settore dell’impianto elettrico e di quello termico, ammodernamento dei servizi igienici e risistemazione del parquet.
Niente di memorabile, ma l’arredamento è decoroso e secondo qualcuno l’acquisto potrebbe essere un affare, in un contesto immobiliare di pregio in cui spiccano il Narodni Dom dell’architetto Max Fabiani, degli inizi del 1900, il palazzo ex Arrigoni (già sede della Kreditna), del 1925 e, di fronte alla facciata principale, l’edificio realizzato nel 1895, dapprima sede dell’amministrazione delle Ferrovie austriache e poi degli uffici delle Ferrovie dello Stato. —
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