Trieste, Università popolare vicina al traguardo delle 2mila iscrizioni

Il presidente Somma: «Rafforzata la visibilità sul territorio». Tra le sfide future l’eco-museo sull’Alto Adriatico
Il personale dell’Università Popolare di Trieste al gran completo
Il personale dell’Università Popolare di Trieste al gran completo

TRIESTE Quasi 2mila iscritti, 138 corsi e 66 docenti attivi tutto l'anno a Trieste e dintorni. Oltre a una nuova sala polivalente nel cuore del Borgo Teresiano e, soprattutto, un ampio raggio di operazioni culturali nei Balcani. Fabrizio Somma ha festeggiato da poco lo scoccare del suo secondo anno di presidenza all'Università popolare di Trieste e ha più di un risultato da rivendicare per un ente che conta ormai oltre 116 anni di storia. E nel farlo garantisce l'appoggio alle istituzioni italiane in Croazia, che oggi rischiano un taglio significativo dei fondi da parte di Zagabria.

Somma, la Croazia ha ridotto i finanziamenti alle minoranze. Alcune istituzioni italiane come la casa editrice Edit rischiano un dimezzamento. Il sostegno da parte italiana ci sarà? Qualsiasi cosa succeda da parte di Zagabria, ricordo che Roma ha appena rifinanziato la legge 73 del 2001 per il prossimo triennio, anche con un seppur minimo aumento delle risorse; e anche la Regione Fvg ha garantito lo stesso identico importo.

Il presidente dell’ente Fabrizio Somma
Il presidente dell’ente Fabrizio Somma

Quali ritiene siano i risvolti più innovativi del suo mandato nell'ambito triestino?  In questi due anni io, il cda e il direttivo dell'Upt abbiamo deciso con forza di dare più visibilità all'attività svolta sul territorio triestino e in provincia. Per prima cosa abbiamo realizzato e inaugurato una sala polivalente in via Torrebianca, la sala “Carlo Sbisà”. Vi si svolgono diversi corsi, e fra questi c'è una gloria storica dell'ente, la scuola libera dell'acquaforte. Inoltre nell'ultimo anno e mezzo la sala ha ospitato oltre una dozzina di mostre, ad esempio quelle di Claudio Ernè sugli anni Settanta, quelle dedicate agli artisti delle minoranze italiane in Slovenia, Croazia e nel mondo dell'esodo. Ora quella di Ciro Gallo.

Quali sono i numeri dell'università oggi in città? Siamo un ente antico e possiamo vantare un'attività ramificata. A Trieste avevamo programmato 122 corsi e ne abbiamo attivati 102. Ciò significa che soltanto 20 non hanno raggiunto il numero minimo di allievi. Impegniamo 35 insegnanti strutturati per cinque ore al giorno, cinque giorni alla settimana.

E nel resto della provincia? Nelle altre sedi abbiamo dieci altri corsi per un totale di 123 iscritti. Gli ambiti di insegnamento vanno dall'europrogettazione al linguaggio giornalistico, alla fotografia digitale e panoramica, al country fitness, l'educazione fisica per non vedenti, fotografia digitale di livello tecnico- universitario. Ci sono poi corsi di durata più breve, noi li chiamiamo "mordi e fuggi", che si tengono nella sala di via Torrebianca. In tutto abbiamo 138 corsi per 1963 iscritti.

La sede dell'Università Popolare
La sede dell'Università Popolare

A che punto sono le attività d'ampio raggio, oltreconfine e a livello nazionale? Abbiamo compiuto diversi atti a loro modo storici. Ad esempio la tournée in Istria e a Fiume di Magazzino 18: quello fu il vero lancio per Cristicchi, assieme allo spettacolo al Rossetti. Per la prima volta, poi, abbiamo commemorato alla Camera l'anniversario della strage di Vergarolla. Non era mai successo, e in quell'occasione abbiamo fatto tacitamente da coordinatori tra esuli e rimasti. Per la prima volta si sono trovati assieme a commemorare quei fatti.

L'Upt ha organizzato anche un incontro fra i rappresentanti di tutte le sigle dell'esodo e l'Unione italiana. Ci piace pensare a una comunità unica, composta da chi è emigrato in Italia e all'estero e chi è rimasto nelle terre d'origine. Una comunità al cui interno, secondo il ruolo affidato dalle istituzioni al nostro ente, abbiamo il ruolo di promuovere e preservare la cultura italiana.

Quali sono i prossimi progetti? Abbiamo già iniziato a porre le basi per l'eco-museo o museo diffuso dell'Alto Adriatico. Il progetto godrà di finanziamenti transfrontalieri tra Italia-Croazia ed europei. L'idea è valorizzare e promuovere il territorio da Buia, Umago, Parenzo fino a Pola in un'ottica complessiva: dal punto di vista agroalimentare, enogastronomico, ricettivo, di albergo diffuso, archeologico, storico e culturale.

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