Il Comitato: «Trieste unica città in Italia che non festeggia il 25 Aprile»
A sostenere il Comitato 25 Aprile nel mancato patrocinio del Comune anche le forze di opposizione in Consiglio comunale

«Trieste è l’unica città d’Italia che non festeggia il 25 aprile». A dirlo è il Comitato omonimo in una conferenza stampa tenutasi mercoledì al Circolo della Stampa, nel corso della quale gli organizzatori hanno anche rilevato il fatto che il Comune di Trieste non abbia concesso il patrocinio a un evento che si terrà in campo San Giacomo il giorno della liberazione.
«Trieste rimane l’unica città in Italia dove per il 25 aprile non si fa festa ma si commemora soltanto – questa la denuncia di Fabio Vallon dell’Anpi –. Giova però ricordare a questa giunta che questa data non rappresenta una seconda commemorazione dei defunti».
A sostenere il Comitato 25 Aprile nel mancato patrocinio del Comune anche le forze di opposizione in Consiglio comunale. «Il diniego del patrocinio alle iniziative della Festa della Liberazione da parte del Comune è un atto grave – hanno ricordato i consiglieri Giovanni Barbo (Pd), Riccardo Laterza (At), Paolo Altin (Pf) e Alessandra Richetti (M5S) – e le scuse addotte dalla giunta Dipiazza lo rendono ancora più assurdo. Presenteremo una mozione in consiglio per fare in modo che già dal prossimo anno si ponga riparo a questo sfregio sostenendo le diverse attività proposte dal Comitato 25 Aprile».
Il secondo motivo di polemica innescata dal Comitato è invece legato alle modalità di partecipazione alle celebrazioni del 25 aprile in Risiera. La protesta, questa volta, è indirizzata direttamente alla Prefettura. «Noi non mettiamo in discussione il numero massimo di partecipanti all’evento – ha precisato Vallon – perché 2.200 persone è un numero congruo considerati i limiti legati alla sicurezza, bensì critichiamo le regole d’ingresso alla Risiera e la gestione dei flussi, con una militarizzazione degli accessi che va ben oltre il controllo del numero delle persone che vi potranno accedere. Pensare di trattare chi si recherà a San Sabba alla stregua degli ultras da stadio è una cosa che per noi è assolutamente inaccettabile, in quanto crediamo che le forze di Polizia potranno facilmente distinguere un ipotetico facinoroso da chi vorrà solamente celebrare il 25 aprile». —
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