Trieste, una poltrona “scoiattolo” per la bimba ingessata
Alla Rossetti risolto il caso della piccola che, con la gamba ko, non poteva raggiungere aula e mensa

TRIESTE Si è risolta la situazione della bimba con una gamba completamente ingessata, impossibilitata a seguire regolarmente le lezioni e a pranzare a scuola a causa di un montascale rotto. La piccola di sei anni, che frequenta la prima elementare alla Domenico Rossetti, si trovava di fatto bloccata, con gravi difficoltà di movimento, all’interno di una struttura non attrezzata. I genitori avrebbero dovuto portarla in braccio per tutto il mese tra i vari piani dell’istituto, e riportarla a casa a pranzo.
Dopo l’articolo sul nostro giornale, che denunciava la vicenda, grazie alla segnalazione di Nicole, la mamma della bimba, tutto si è risolto. «La mattina dell’uscita dell’articolo, appena arrivata a scuola, avevano già spostato la classe al piano terra nell’aula di religione – spiega la mamma –, il maestro super disponibile, come sempre, mi ha detto di lasciare la bimba a pranzo, così ha potuto rimanere a scuola tutto il giorno mangiando momentaneamente in classe. Nel pomeriggio il dirigente scolastico ci ha chiamato, dicendo che si è occupato della situazione di mia figlia e che dalla prossima settimana potrà pranzare in mensa con tutti gli altri suoi compagni, perché ha provveduto a portare una specie di poltrona montascale chiamata “scoiattolo”, per accedere alla mensa».
Dopo la frattura della gamba e il gesso dalla caviglia all’inguine, la bimba rischiava di perdere le lezioni. La mamma infatti era stata obbligata a portarla in braccio al secondo piano dove si trovava l’aula, inizialmente impossibile da trasferire, mentre l’accesso alla mensa le era stato proibito per motivi di sicurezza, perché sarebbe stata impossibile un’evacuazione in caso di emergenza. L’unico montascale dell’edificio infatti è fuori uso da tempo ed era impossibile provvedere al suo ripristino o alla sostituzione in tempi brevi. I genitori avrebbero dovuto prendere ferie ancora per un mese, per consentire alla figlia di recarsi nell’aula almeno per le lezioni del mattino. Fortunatamente, invece, è stata trovata una soluzione. «Grazie al Piccolo per aver dato voce alla situazione – conclude la mamma –, grazie sia per mia figlia sia per gli altri bambini che in un futuro potrebbero trovarsi nella nostra stessa situazione».
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