Trieste, una misteriosa donatrice salva “Urania carsica”
Non un regalo, ma un “regalone” di Natale lo definisce Stefano Borgani, il direttore dell’Osservatorio astronomico di Trieste e docente al Dipartimento di fisica dell’Università. Una misteriosa signora, che vuol proteggere la propria identità, che vive fra Trieste e l’estero (queste le uniche cose che vengono lasciate trapelare) ha donato circa 80 mila euro per il restauro di Urania Carsica, l’Osservatorio di Basovizza creato nel 1965 da Margherita Hack, chiuso per deterioramento dal 2010, e che l’astrofisica morta nel giugno scorso proprio nei suoi ultimi giorni aveva desiderato far tornare attivo, trovando in Televita (di cui era cliente) un appassionato motore di ricerca dei fondi: circa 130 mila euro, tra questa raccolta e i contributi dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica). La campagna, tuttora aperta, cui ha collaborato anche il nostro giornale, ha coinvolto pure il teatro Verdi e molti artisti fra cui il generoso Teddy Reno con il “Concerto delle stelle” lo scorso 24 luglio.
«Una parte sostanziale della cifra - racconta Borgani - è venuta da questa donatrice che vuole restare anonima, il suo intervento è disinteressato e genuino. Quando l’abbiamo ringraziata ha detto che la somma era nelle sue disponibilità, e che l’avrebbe data per questo scopo utile per tutti». Nonostante tante donazioni, durate mesi, è stata dunque la generosa e misteriosa signora (ma pare sia inutile sforzarsi di indovinare chi sia passando in rassegna la lista delle persone più note della città) a risolvere il problema, a realizzare l’ultimo sogno di Margherita. I soldi adesso sono sufficienti per il restauro edilizio della cupola da tempo danneggiata.
«Abbiamo già cominciato le opere di impermeabilizzazione - prosegue Borgani -, i lavori si sono interrotti in questi giorni solo per il maltempo. Ci restano da trovare fondi per sostituire il telescopio. Le opzioni sono due: tenere quello che c’è, però obsoleto soprattutto perché obbliga a salire a un’altezza di tre metri per accedere alla visione, e questo non va bene per bambini e anziani, oppure comprarne uno nuovo, che darebbe anche una prestazione maggiore. In questo caso i soldi che servono sono ancora da trovare».
Intanto anche con fondi dell’Inaf si stanno procurando gli arredi nuovi che servono per riaprire al pubblico l’Osservatorio, mentre Borgani è stato così previdente da aver già ottenuto le autorizzazioni di legge, compresa quella paesaggistica. «Previsioni su quando riaprire - conclude - è sempre prudente non farne, la nostra intenzione sarebbe di riuscirci per la fine dell’estate... Alibi adesso non ne abbiamo più». Michela Flaborea, amministratore delegato di Televita, accarezza il sogno dolce: «Sono rimasta molto piacevolmente stupita dall’enorme entusiasmo dei miei collaboratori impegnati a realizzare il desiderio di Margherita Hack, e dal dono di questa signora che ha grande sensibilità per le arti e le scienze». Adesso si aspetta ancora una risposta da fondazioni e sponsor per sapere se, e di quanto, possono finanziare l’acquisto del telescopio.
La Hack si era abbonata al servizio di teleassistenza e un giorno parlando con le operatrici aveva raccontato, a occhi brillanti, il grande desiderio di rivedere attivo il “suo” osservatorio a Basovizza. Non ha fatto a tempo. Ma l’idea nata da lei, e per lei, vivrà ancora: «Vogliamo - dice Flaborea - continuare a realizzare i sogni di tutti i nostri anziani, che sia un piccolo viaggio o altro, raccogliendo fondi anche per loro».
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