Trieste: una città senza barriere con gli scatti dei lettori

Scatta la “caccia” ai luoghi ancora preclusi e non accessibili ai disabili. Fino al 13 dicembre si potranno inviare foto via email alla nostra redazione: senzabarriere@ilpiccolo.it
Un'immagine della manifestazione "Fuori percorso" dello scorso anno a Trieste
Un'immagine della manifestazione "Fuori percorso" dello scorso anno a Trieste

TRIESTE. Il Piccolo dichiara guerra alle barriere architettoniche e lo fa attraverso una campagna di sensibilizzazione che, a partire da oggi, a 48 ore dalla Giornata internazionale della disabilità, si concluderà domenica 13 dicembre. L’iniziativa, denominata “Senza barriere”, punta a coinvolgere i cittadini di Trieste in una battaglia per rendere accessibili alle persone disabili quante più strade e luoghi pubblici di questa città.

Qualsiasi persona, armata di macchina fotografica, potrà inviare un’immagine e una breve descrizione di quella che si può considerare come una vera e propria compromissione di un diritto. Semafori privi di segnalatore acustico, marciapiedi sprovvisti di una rampa per le carrozzine, luoghi pubblici accessibili esclusivamente attraverso degli scalini, porte troppo strette e banchine con pendenze eccessive.

E poi servizi igienici all’interno dei locali pubblici non adatti a un’utenza con disabilità, piattaforme elevatrici non funzionanti, spazi di manovra inadeguati per chi è costretto a utilizzare una carrozzina, dehors o elementi di arredo che ostacolano il passaggio lungo i marciapiedi. Sono questi alcuni esempi di elementi che per l’appunto impediscono, limitano o rendono difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi da parte di persone con difficoltà motoria, siano essi portatori di disabilità, anziani o persone che temporaneamente sono vittime di un infortunio o di una malattia.

Gli spazi urbani, infatti, si rivelano spesso dei veri e propri percorsi a ostacoli: le persone con una limitata capacità di movimento possono così trovare in alcune strade e marciapiedi delle barriere insormontabili. Anche gli edifici di pubblica utilità, quali scuole, uffici comunali, cinema, teatri, bar, ristoranti, palestre, ambulatori e ospedali, si possono rivelare dei luoghi inaccessibili. La prima fotografia (virtuale) della città, in questo senso, ci viene consegnata da Mauro Morassut, presidente della Consulta provinciale dei disabili.

«A Trieste si possono intravedere i segnali di un cambiamento - spiega Morassut - anche se c’è ancora molto lavoro da fare». Non possiamo vantare la sensibilità e l’approccio culturale alla questione che dimostrano alcuni paesi europei quali la Germania e l’Olanda, o regioni italiane come l’Emilia Romagna, la Toscana e la Lombardia, ma non ci troviamo nemmeno all’anno zero. Molto è stato fatto in Cittavecchia, nel Borgo Teresiano e nelle vie limitrofe, ma tanto c’è ancora da fare per rendere accessibili le zone più periferiche della città. I vincoli architettonici posti su alcuni palazzi storici spesso impediscono un efficace adeguamento alle normative vigenti, ma vanno sottolineati anche gli sforzi della Trieste Trasporti, che ha dotato tutto il parco mezzi di apposite pedane elevatrici.

«Va dato atto alle istituzioni - prosegue Morassut - di aver posto questo tema nelle loro agende. Il LabAc-Laboratorio di accessibilità si sta rivelando un processo partecipato molto utile, che ha coinvolto la Provincia e i comuni di Trieste, Sgonico e Duino Aurisina, l’Azienda sanitaria e l’Ater, ma anche l’Università e l’associazionismo».

Con l’invio di una mail a senzabarriere@ilpiccolo.it si può conquistare insieme un piccolo spazio di libertà, perchè, come cantava Giorgio Gaber, la “Libertà è partecipazione”.

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